Mario,
So werden wir Dich erinnern. Dein sanftes Gesicht mit tiefen Zügen. Viel trauriges hast Du gesehen, gelebt und erlebt. Geschwiegen hast Du nie. Deine Wahrheiten, Dein Ruf nach Freiheit, Deine Liebe; für die Erde, für die Natur, gegen den Krieg, immer und allerorts. Deine müden und verletzten Augen bleiben in uns geprägt, wie die der Tiere in Deinen Geschichten. Es sind nun zwei Jahre vergangen. Jenen Morgen erzähltest du mir vom Tagesanbruch; „das Zittern des Lebens“. Jenen Morgengrauen den Du, jetzt, endlich siehst und lebst; jene Morgendämmerung die Du, jetzt, anderen mitteilen kannst; in der Welt von der du träumtest.
Gott nehme dich in den Himmel

michil costa

 

Mario,
Ti ricorderemo così. Il tuo dolce viso dai lineamenti profondi di chi le cose le ha viste e vissute. E dette. Sempre. Le tue verità, le tue grida di libertà, il tuo Amore. Per la Terra, per la natura, contro la guerra sempre e ovunque. Ci rimarranno impressi i Tuoi occhi stanchi e feriti come quelli di un animale delle tue storie. Sono passati due anni. Quella mattina mi raccontavi dell’alba; del “fremito della vita”.  Quell’alba che Tu, ora, finalmente vedi e vivi; quell’alba che Tu, ora, potrai raccontare ad altri; nel Mondo che sognavi.
Dio ti abbia in cielo Mario.

michil costa

«…il momento culminante della mia vita non è quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita….»