Michil Costa, albergatore ed ora anche candidato nella lista dei Verdi alle prossime elezioni provinciali – si batte da sempre contro gli eccessivi rumori causati dalle moto sui passi.“La prima domanda è: cosa vogliamo fare del nostro territorio? Vogliamo creare una strategia di marketing con lo slogan: ‘percorsi da gara per moto: i passi dolomitici’. O proviamo ad essere coerenti  con la tanto osannata frase: ‘le Dolomiti, pace e natura’?” si chiede Costa. “In quest’ultimo caso la concorrenza è grande, ma le Dolomiti sono le montagne più belle del mondo che a volte purtroppo si trasformano in non-luoghi, senza pace, senza identità. Nel primo caso invece, sarebbe semplice: Imola nelle Dolomiti. Il successo sarebbe assicurato. con un pedaggio di pochi euro la Provincia potrebbe rimpinzarsi le tasche, mettere dell’asfalto antiscivolo e dei guard-rail di gomma. Si potrebbero installare dei sistemi di cronometraggio automatici visualizzando su grandi lavagne luminose i tempio intermedi, istallare dei pit-box (rifornimento carburante e cambio gomma in pochi secondi) e chiedere alla Mac Donalds di aprire dei fast food in cima ai passi. Delle tribune nei posti strategici assicurerebbero una visuale perfetta a qualche migliaio di spettatori, anch’essi paganti. Premiazioni giornaliere e premi speciali per le moto con il ‘miglior sound’, rumore”, prosegue l’albergatore prestato alla politica.
“Aspirare ad un pubblico motociclistico , può essere anche condividibile come strategia; non che ci salti in mente però di attrarre e fidelizzare gli ospiti che vogliono godere del silenzio. tutto non si può avere. Il ciclista che sale faticosamente il passo Gardena, lo scalatore che s’arrampica sulle torri del Sella, il viandante che raggiunge il Piz Boè; nel futuro ci volgeranno le spalle; andranno a cercarsi la quiete in altri luoghi”, sottolinea Michil Costa.
Poi, lo stesso Costa risponde una seconda domanda: chi siamo? “Siamo ladini, gli abitanti più antichi delle Dolomiti. Ci contraddistinguono due cose: la lingua e il territorio. Da scoli abitiamo tranquillamente in queste zone, a stretto contatto con la montagna, dentro la natura. E allora perché ci facciamo del male? Non è anche l’inquinamento acustico una deturpazione del territorio? Cosa vale il ladino senza l’ambiente? Mangiare di più, avere più canali satellitare, avere case di cultura e istituti, più lavoro, non significa avere una migliore qualità della vita”, risponde Costa. “È un bene che ci siano gli ospiti e i clienti, ma ci siamo anche noi. È ora di finirla di agire sempre e solamente in termini di fatturato turistico. La mera crescita non ha senso se non c’è profitto per tutti a lungo termine”, è la conclusione del ladino ambientalista.

Alto Adige, 03.09.08