La campagna elettorale, che si apre ufficialmente con la nuova settimana, ha già la sua ” questione morale” e il personaggio sul quale porla. In discussione è la massima verde del “più lenti, più dolci, più profondi” 3 se il candidato Michil Costa, noto albergatore e ancor più noto bon viveur dell’Alta Badia, abbia il diritto (morale) di farla propria. L’iridescente Michil, mettendosi con i Verdi, è credibile nel rivendicare un’inversione di sviluppo per quel turismo su cui fino a oggi ha lucrato benissimo? I suoi critici sono ovviamente convinti di no e la campagna denigratoria è partita in pieno: il Michil verde, un paradosso scandaloso visto quello che proclama e che sostiene!
La questione è vecchia tanto quanto il vangelo. Si pensava fosse chiusa con la risposta di Gesù ai farisei che gli chiedevano giustificazione delle sue cattive compagnie (di doganieri e prostitute). Inutile predire ai credenti, fu la risposta del Signore di allora, e c’è da augurare al temerario badiota che lo prenda ad esempio. Il moralismo di circostanza è uno fra gli arnesi più perfidi dell’armamentario politico. L’oste a quattro stelle di Corvara, definendo “drogato” il nostro turismo di massa e invitando la categoria a frenarne la crescita prima che cada in coma, ha solo recitato il ruolo del bambino ingenuo e perciò sincero nella fiaba del re nudo. Forse non tutti, ma i più intelligenti fra gli albergatori sanno che il loro collega controcorrente dice il vero. A torto è passata in sordina, giorni fa, un’affollatissima assemblea di operatori turistici proprio nella Badia in cui si invocavano gli stessi obiettivi (niente più nuovi impianti, no a ogni ulteriore ampliamento della capacità ricettiva) per i quali il loro ex – primo della classe fu riempito di insulti.
La storia è ricca di casi in cui proprio chi è all’avanguardia su un determinato percorso per primo coglie le avvisaglie del momento in cui bisogna cambiare. Che poi la gente abbia paura del cambiamento, che reagisca incattivita, prendendosela non con la funesta novella, ma con chi l’ha prevista, anche questo ce lo insegna la storia. Per intanto infierisce su Don Michil Chisciotte, godereccio travestito in verde. Un verde, per essere creduto (e bonariamente deriso), deve girare in sacco e cenere, nutrirsi di müsli e soprattutto non occuparsi di robe serie, tipo turismo.
Ani fa, in Consiglio provinciale dove si dibatteva sull’edilizia abitativa sociale, un politico verde di nome Alexander Langer metteva in guardia da un sistema instaurato solo sul “dovere alla proprietà” sollecitando più incentivi per gli affitti. Fu interrotto dal collega Pahl: “Taccia sulle case sociali chi abita al castello”! E ci risiamo: chi esce dal cliché non può aver ragione

Kronbichler, Corriere dell’Alto Adige 21.09.2008