É stato un grande concerto. Gli Spolpi erano in gran forma, il pubblico, giunto numeroso, entusiasta. Con grande soddisfazione abbiamo osservato che le tante persone erano arrivate per la musica, e non per la birra -verde- e per l’ottimo vino dell’amico Sigmund Kripp. Graditissimo il green drink, acqua tonica, menta e mela magistralmente preparata dal nostro Carlo.

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Il discorso del sottoscritto:

Ich bin ein Faß

ich krieg ein kind
ein kind krieg ich
mit rebenrotem kopf
mit biergelben füßen
mit traminergoldenen händchen
& gläsernem leib
wie klarer schnaps

zu allem lust
& auch zu nichts

ein kind krieg ich
es schreiet nie
lallet sanft
ewig sind
die windeln von dem kind
feucht & naß

ich bin ein faß

Norbert C. Kaser:
Ich bin ein Dissident und bleibe meinem Tal treu: mit Mut, Zorn und Ekel.

Sono passati trent’anni da quel lontano 78. il dissidente Norbert C. Kaser era furioso in questo Südtirol, eppure lo amava. Lo capisco bene. Anch’io amo questi posti, anch’io a volte sono arcistufo. Stufo di discussioni senza fine intorno alla rana crocifissa.

Stufo del bigottismo, di una “sana morale” che i benpensanti vogliono inculcare a chi non la pensa come loro; proprio loro, senza uno stralcio d’etica. Proprio quelli che non spendono una parola sui preti pedofili.

Sono stufo anche di quelli, e qui mi riferisco agli Schützen, che non si degnano di venire all’Alpe di Siusi a protestare contro i soprusi ambientali. All’Alpe non ci sono venuti perché c’erano i Verdi. Moralisti, opportunisti, anacronistici, arroganti.
Sono stufo di una cultura pornoalpina, degli orgasmi artificiali, sono stufo del “miar sein miar”. Sono un fautore della libertà, senza dogmi, senza repressioni, senza finzioni. La libertà é responsabilità. Una parola grande, troppo grande per tanti abitanti di questo meraviglioso paese.
Non sopporto quelli che un giorno sì e l’altro pure ci lanciano messaggi di paura. Paura contro gli stranieri, paura contro l’invasione, paura di essere italianizzati o tedeschizzati.
La mia vera paura, che dovrebbe essere la paura collettiva, é un’altra: la spinta da destra. Qualche giorno fa c’è stata una tavola rotonda con alcuni estremisti di destra. Era invitata anche la nostra giovane candidata Michaela Abate. Aveste dovuto sentirli, i fenomeni. Si sentono austriaci che vivono in uno stato straniero, per loro esiste un’identità monodimensionale, fedele al grande Tirolo. Si chiudono a riccio nelle loro assurde tesi di estraniazione totale verso il mondo e si autoproclamano salvatori della Heimat. Vivono al caldo in mezzo al branco, e non s’accorgono che la vita gli passa accanto. La nostra Michaela -unica donna- é stata brutalmente attaccata, derisa, senza un minimo di rispetto dal moderatore.
Abbiamo voluto il concerto rock perché noi nel rock ci crediamo. Perché il rock é sentire la vita, non riempirla. Il rock ha bisogno di spazi in cui i giovani possano sprigionare la loro energia. Il rock dev’essere trattato come cultura e non come fastidio; abbasso il vicesindaco che vede i giovani come fracassoni fastidiosi.

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Volevamo il concerto rock per dire ai giovani -e meno giovani- che il rispetto é importante. Sì al rock ma nell’Altum Silentium delle Dolomiti dev’esserci il silenzio. Rispetto, sempre!
Ci sono soldi per tutto e per tutti. Per ogni banda, per ogni compagnia degli Schützen, per ogni coro; fior di milioni scorrono nelle case della cultura, nulla per il rock. I giovani dovrebbero essere invisibili.
No, questa non é politica. Repressioni, sanzioni.. chi va a scuola deve anche avere la possibilità di intrattenersi; l’intrattenimento non deve valere solo per quelli che marciano con i giovani Schützen o se ne vanno a spasso con l’unione di raccolta delle stelle alpine o per gli appassionati filatelici. Il rock è cultura pura, per una cultura giovane; diamo spazi ai giovani, per una cultura piú rock. Il rock merita questo e molto di piú!

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Volevamo comunicare che si può bere, con moderazione, e che il vino e l’alcool sono dei momenti di piacere. Credo che ci siamo riusciti.

Mi sono poi soffermato su un’episodio accaduto sempre nel 1978 nel consiglio provinciale di Bolzano. Entra Alexander Langer. Remo Ferretti gli dice: “È entrato Giovanni Battista!”
Langer: “perché no? passami la pelliccia!”
Ferretti: “hai del passato che lo giustifica.”
Langer: “sì, passami la pelliccia e un piatto di cavallette!”
Viva Alex!
Grazie a voi di esserci stati, grazie molte davvero.

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Già che ci siamo, alcune saggezze rock:
il cervello é come un paracadute: Se non lo apri non funziona. Frank Zappa
Tutti hanno un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare. Jim Morrison
Dimenticare è facile. Basta non ricordare. Vasco Rossi

Ho sempre invidiato i chitarristi, ho sempre desiderato spaccare una chitarra in testa a qualcuno e col pianoforte non puoi farlo. Elton John