Citando Nick Hornby, se avessi una Top Five delle mie avventure sportive probabilmente dovrei metterci anche la Maratona delle Dolomiti. Una piccola cosa per le migliaia di appassionati della bicicletta, una grande impresa per me che ci sono salito poco più di un mese fa. E’ difficile da spiegare la gioia che nasce dalla fatica ma questa mattina mentre “sfrecciavo” a 50 all’ora sul rettilineo che portava al traguardo mi è venuto un nodo in gola, metà perché la fatica era finita e metà perché ero riuscito a fare quello che mi ero prefissato in un tempo che avevo in mente ma che scaramanticamente non avevo confidato a nessuno. Diciamo che entra nel mio Olimpo insieme alla New York del 2006 e alla Monza Resegone del 2007, due momenti di grande fatica ma anche di grande condivisione. Oggi sono riuscito a perdere una borraccia sul Pordoi (e dover quindi scendere di sella e camminare a ritroso in mezzo al gruppone che si arrampicava), cadere sul Sella (niente di grave, ginocchio sbucciato ma in trenta secondi stavo già di nuovo pedalando) ma soprattutto scalare quattro passi senza mai fermarmi. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato, dalle decine di ascoltatori incrociati in gara ai miei tre scudieri, Jager, Puglia e Spatacca. E grazie alle Dolomiti, semplicemente di esistere. Adesso posso rimettere le scarpe da corsa ma il prossimo anno torno a fare il medio.

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