Il re degli Ottomila è ottimista: “Sarebbe possibile ritrovare il silenzio tra le montagne, lo stesso di cento anni fa”

La proposta: solo bus navetta tra gli impianti. Berger e Mellari sono possibilisti

Reinhold Messner, il Re degli Ottomila, ha scelto la Gazzetta dello sport per lanciare la propria idea per il futuro delle Dolomiti, in particolare del gruppo del Sella. Nella rubrica “L’avventuroso” uscita sul principale quotidiano sportivo italiano nel giorno del Sellaronda Bike Day, il grande scalatore ha proposto di chiudere alle auto i quattro passi dolomitici che stanno intorno al gruppo Sella: passo Pordoi, Gardena, Campolongo e ovviamente il Sella.
In pratica estendere quello che è accaduto domenica scorsa, con 15mila ciclisti provenienti da tutta Italia a pedalare in tranquillità si quattro passi, a fianco anche di molti escursionisti che camminavano volentieri sui sentieri a fianco delle strade, per un giorno sgombre di auto.
Messner ricorda che “l’idea vincente” del turismo invernale “è stata quella di consentire a chi scia di girare ugualmente tutto intorno al gruppo del Sella. Ormai gli impianti non sono più sciovie, ma funivie e seggiovie, utilizzabili anche d’estate. Dovrebbero diventare quindi i soli mezzi utilizzabili per girare fra le Dolomiti. Niente automobili: quelle dovrebbero restare a fondo valle – prosegue Messner – sostituite solo da servizi navetta che farebbero da raccordo fra un impianto e l’altro. Strade asfaltate riservate alle bici. Così tornerebbe la tranquillità e il silenzio che affascinarono i turisti di cento anni fa”.
Cosa pensa la politica di questa proposta? Hans Berger, assessore altoatesino al turismo, è possibilista: “Ipotesi come questa vengono avanzate da tempo e sono state analizzate in più sedi – afferma Berger – Intervenire sul traffico dei passi dolomitici viene ipotizzato da tempo. Noi abbiamo appena approvato di mettere a pedaggio il passo dello Stelvio, per esempio. Questa proposta sarebbe più radicale. Ma non mi sento di scartarla a priori. La prima obiezione che mi viene in mente è economica, bisognerebbe garantire il guadagno ai gestori delle ovovie. Non dimentichiamo che quegli gli impianti sono fatti per l’inverno. Inoltre se i turisti non hanno più la libertà di muoversi in auto quando vogliono l servizio sostitutivo dovrebbe essere garantito per molte molte ore al giorno. Sono tutte cose da valutare, ma l’idea di Messner non è strampalata e il successo del Sellaronda Bike Day e della Maratona delle Dolomiti confermano il grande interesse del turismo ciclistico per i passi”.
Neppure Tiziano Mellarini, assessore al turismo della Provincia di Trento, boccia a priori la proposta e rimanda al tavolo fra enti locali: “Il tavolo che si è aperto fra Trentino, Alto Adige e Veneto ha dato risultati straordinari. L’ultimo di questi è il riconoscimento delle Dolomiti come patrimonio dell’umanità. È la sede miglio re per affrontare anche questo argomento e vedere se la proposta di Messner è attuabile oppure se va scartata”. Mellarini ricorda che “il tavolo prenderà tutte le decisioni e lancerà le iniziative di alto spessore sul futuro delle Dolomiti: come viverle, come promuoverle, come conservarle. Si tratta anche per valutare l’idea di Messner, che coinvolge le Province di Trento, Bolzano e Belluno”

Damiano Vezzosi, Il Corriere dell’Alto Adige, 14 luglio 2009

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Gli operatori turistici Cappadozzi: lo stop delle auto provoca danni all’economia locale

Lazzari: “Evitiamo soluzioni drastiche” – Costa va controcorrente: “Nelle nostri valli manca il coraggio necessario”

La proposta di Reinhold Messner di liberare le Dolomiti dalle auto si scontra con lo scetticismo se non proprio la totale contrarietà da parte degli addetti al settore turistico. Michil Costa, albergatore di Corvara e organizzatore della maratona delle Dolomiti, sembra essere l’unico sostenitore del progetto di Messner: “Mi è stato riferito dell’editoriale di Messner mentre partecipavo alla trasmissione televisiva Omnibus: si parlava dell’importanza di camminare e dello stare all’aria aperta. Significa chela proposta sta facendo discutere. Ho proposto per primo di chiudere le strade al traffico in occasione della Maratona delle Dolomiti, con me Messner sfonda solo una porta aperta – prosegue Costa – Spero che i responsabili sappiano riflettere su questa proposta in modo costruttivo, anche se so che ci sono numerose resistenze. Non ho paura del morso del lupo, ma di quello della pecora. E nelle nostre zone ci sono ancora tante pecore”.
“Non è fattibile realizzare un’isola in contaminata in mezzo alle Dolomiti”, avverte Sandro Lazzari, presidente del consorzio Dolomiti Superski, che riunisce gli impianti e sciovie dolomitiche in un unico network, rendendo superflua l’automobile nella stagione invernale. Lazzari è di tutt’altra opinione rispetto a Costa: “Bisogna cercare un equilibrio ed evitare situazioni drastiche: Siamo in tanti, e dobbiamo vivere tutti, non solo chi va a piedi o in bicicletta. A furia di limitare, rendiamo le cose invivibili e si scontenta sempre qualcuno. È da tanti anni che lavoriamo in questa zona. È arrivato anche il riconoscimento dell’Unesco, vuol dire che finora s’è lavorato bene: l’ambiente è stato utilizzato, ma non rovinato”. Lazzari conclude lasciando una domanda aperta: “Togliere le auto sarebbe un vantaggio per alcuni, ma sarebbe anche un vantaggio anche per chi qui ci vive?”.
Della stessa idea è Paolo Cappadozzi, presidente del consorzio impianti a fune Val Gardena Alpe di Siusi: “La maggior parte dell’impianti d’estate è chiusa”. La famiglia Cappadozzi gestisce da novant’anni il rifugio del Passo Sella, la chiusura della strada avrebbe effetti devastanti: “Prevedo un calo del 20-30 per cento, nei primi anni. La chiusura delle strade sull’Alpe di Siusi, per esempio, ha provocato un duro colpo alle imprese e sulle infrastrutture presenti, alcune non si sono ancora riprese a distanza di anni”. Cappadozzi azzarda qualche soluzione: “L’introduzione di un pedaggio è fattibile, ma solo con infrastrutture adeguate e l’intesa di tutte le parti. Sarebbe piuttosto auspicabile l’introduzione di una sorta di carta di mobilità estiva, che funzioni su tutto il territorio: il modello che funziona tanto bene d’inverno con il Dolomiti Superski potrebbe essere replicato anche d’estate”.

Giorgio Chiodi, Il Corriere dell’Alto Adige, 14 luglio 2009