Come vola il tempo. Stavo scrivendo una gran sciocchezza. Il tempo non vola. Il tempo, di mestiere, fa il tempo.
Siamo noi che lo viviamo; se vogliamo. Se ne siamo capaci. Le ore sono qui per l’uomo, mica l’uomo per le ore. Sta a noi saperlo afferrare, carpirlo, coglierlo. Magari anche capirlo, un po’, ogni tanto.
Non meno importante della stagione turistica é l’altra stagione; quella che sta finendo, quella del silenzio.

È un po’come nella scultura: per farla diventare un’opera, bisogna togliere, mica aggiungere. Togliere luci e frastuoni, gatti delle nevi e cannoni. C’è un tempo per tutto. C’è tempo per andare in paese a leggere il giornale, per ascoltare le preoccupazioni del contadino di Planisel che si lamenta della poca acqua che fa crescere l’erba troppo robusta, non quella fine e delicata che piace tanto alle mucche felici e che impreziosce il latte rendendolo più grasso.
Anche alla vita ogni tanto andrebbe grattata via un po’di superficie, limata; non proprio fino in fondo, visto che c’è tanto in mezzo.
Ecco cos’hanno di bello le Dolomiti: uno viene qua, nel bel mezzo del trambusto d’agosto tra brutti rumori di veloci e fastidiose motociclette e mamme apprensive che invocano aiuto appena il figlioletto assaggia una candida cacchetta di capriolo, ma appena esce dai sentieri più battuti riesce a trovare la vera stagione. La stagione autentica, -autòs se stesso- di egli stesso, della sincerità, della consapevolezza. Non serve piú avere un’urgenza del pensare, ci si può fare ispirare dalle meraviglie. Al di sopra dei pensieri, nel silenzio dei Pallidi Monti.
La stagione del risveglio della natura accoglie la stagione dell’ospite. Le volpi continueranno a darsi la buonanotte nell’orto rovistando tra le foglioline di lattuga –con gran gioia della mamma…- e al mattino presto i tre camosci scenderanno dal Col Alto; che siano anche loro attratti dall’omelette ai mirtilli di Pasquale?
Il tempo e le stagioni si mettono a nostra disposizione. Che fortuna …dirà qualcuno. Sì, una fortuna poter godere del silenzio, ogni mercoledí in luglio, nella Stüa de Michil. Avete capito bene: di mercoledì, in Stüa, non si parla. Il silenzio amplifica sguardi e sorrisi; e la percezione del gusto. Provare per credere.
A presto, a delle belle stagioni; ma soprattutto a un presente felice ed eterno.

michil