TRENTO – «Ci vuole il coraggio di iniziare dal Sella, perché il Sellaronda è il cuore del circuito dei passi. Chiudiamoli al traffico motorizzato dalle 9 alle 16, o dalle 10 alle 17, e in quelle ore lasciamo le Dolomiti a chi va a piedi, ai ciclisti e agli escursionisti». Reinhold Messner rilancia l’appello per liberare le Dolomiti, ora «monumenti del mondo» a marchio Unesco, dal traffico estivo.  Al posto delle colonne di veicoli, secondo il «re degli ottomila» va dato spazio ad una frequentazione a basso impatto, a gente a piedi o su due ruote silenziose, per creare una dimensione più naturale sotto e attorno al Sella, al Sassolungo, al Puez e così via. Domenica scorsa, Messner ha riaperto la questione in un’intervista (Il Gazzettino), ieri ha ribadito a l’Adige una proposta simile a quella che, nel novembre del 2005, aveva accomunato Sat, Alpenverein Südtirol e Cai Alto Adige. Tre club alpini regionali che, oltre a gestire sentieri e rifugi, rappresentano fra l’altro quasi centomila amanti della montagna: per la precisione 95.500 soci. «La prima cosa da fare per le Dolomiti è regolamentare il traffico», sostiene il «re degli ottomila» impegnato in questi giorni al castello di Brunico nell’allestimento del suo quinto museo, dedicato ai popoli della montagna. «Con il presidente sudtirolese Durnwalder non ne ho parlato, ma anche in Alto Adige – assicura Messner – stanno iniziando a pensare che non è una proposta stupida». Soprattutto, secondo Messner è una proposta realizzabile, «se solo si ha il coraggio di iniziare attorno al Sella». Come? «Io dico: chiudiamo dalle 10 alle 16, o alle 17, e lasciamo spazio a chi va a piedi o con la bicicletta». Nel Trentino, le parole di Messner hanno rinfocolato le speranze di chi, da anni, chiede alla politica di affrontare la questione del traffico motorizzato ai piedi delle celebrate «cattedrali della Terra», attrazione potente da più di un secolo e, comprensibilmente, belvedere attraversati da turisti che soggiornano nelle valli ladine ma anche da chi alberga più lontano, in riva al Garda o ad Innsbuck, sulla costa adriatica o a Verona. «L’avevamo proposto a più riprese come Sat, Avs e Cai – sottolinea il presidente della Società degli alpinisti tridentini Piergiorgio Motter – e lo stesso Messner allora si era detto d’accordo. L’idea aveva trovato anche in sintonia il nostro governatore Lorenzo Dellai , in disaccordo peraltro con i vertici della Provincia di Bolzano che premeva per far pagare un pedaggio sui passi. Ma il ticket non risolverebbe niente e, a nostro avviso, potrebbe persino portare ulteriori passaggi». Proprio perché il problema non è solo trentino, o altoatesino, Motter ha inviato la posizione congiunta di Sat, Avs e Cai Alto Adige ai presidenti dei gruppi regionali del Club alpino italiano del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e della Lombardia. «Forse questa è la volta buona – continua il presidente della Sat – e Reinhold Messner potrebbe essere il portavoce delle associazioni alpinistiche». Peraltro, a giudizio di Motter non serve una rivoluzione del traffico dall’oggi al domani, ma sarebbe importante partire con un valico da «sperimentare» con nuove formule. Va da sè che la rete di impianti di risalita che avvolge le Dolomiti, magari rafforzata da mezzi pubblici a basso impatto, potrebbe agevolare chi non cammina o non pedala. «Si può partire con un passo “campione” – propone Motter – con tempi e modi da concordare. Si potrebbe lasciare il transito libero fino alle 10 del mattino e chiudere verso le 16, per migliorare il deflusso». Insomma, in primo piano torna una proposta non nuova, ma sulla quale finora non si sono viste alleanze fruttuose fra vicini di provincia. Ecco cosa scrivevano, il 7 novembre del 2005, i presidente dell’Alpenverein Südtirol Luis Vonmetz , del Cai Alto Adige Franco Capraro e della Sat Franco Giacomoni: «Da diversi anni ormai i comuni limitrofi ai passi maggiormente esposti al traffico, ed in modo particolare la popolazione ivi residente, compiono ogni possibile sforzo per arginare l’intenso traffico della alta stagione turistica, allo scopo di salvaguardare in modo efficace la natura e le persone dagli insalubri gas di scarico e dalla eccessiva rumorositá. Le organizzazioni scriventi sostengono una chiusura totale del traffico privato sui passi dalle ore 9 fino alle ore 15 nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre. Durante il periodo di chiusura dei passi, il servizio di trasporto potrebbe essere garantito dagli autobus sia pubblici che privati. Alla Giunta provinciale di Bolzano nonchè a tutte le altre autorità coinvolte nella decisione rivolgono quindi l’appello di rivedere la ventilata proposta di introduzione di un pedaggio sui passi in favore di una limitazione temporanea del traffico».

L’Adige, 07/06/2011