Bolzano, no alla deviazione dell’Aurino per produrre energia

Maurizio di Giangiacomo
campo tures (bolzano)

Gli affari sono affari. E quando c’è di mezzo l’energia elettrica in Alto Adige non si va tanto per il sottile. Prova ne è la bufera che infuria da qualche mese attorno alla Sel, la società energetica provinciale travolta da una clamorosa inchiesta giudiziaria che ha spinto mamma Provincia, poche settimane fa, a cancellarne i vertici: via i «boiardi» accusati di pensare ai loro interessi personali, dentro volti nuovi.

Ma quello dell’energia idroelettrica rimane il business del futuro. E allora fioccano le domande per nuove concessioni. Anche in zone delicatissime, sottoposte a tutela ambientale: è il caso della Valle Aurina, uno degli angoli più remoti della provincia di Bolzano, valle chiusa laterale della Pusteria, dalle porte di Brunico al confine con l’Austria, terra dall’irredentismo pantirolese mai sopito e dal paesaggio in buona parte ancora incontaminato. Dove proprio stamane si terrà il sopralluogo per la valutazione da parte dell’ufficio elettrificazione della Provincia di ben tre domande di derivazione d’acqua dal torrente Aurino presentate da Paula Walder Mairhofer di Casies, dalla Rienza Energia legata alla già citata Sel e da Ulrich Hinteregger di Luson. Tutti e tre i progetti, creata la derivazione più o meno a monte, prevedono lo scavo di una galleria nel massiccio della Cima Dura (sulla sinistra orografica del corso d’acqua) e la costruzione di una centrale nei pressi di Campo Tures. In una zona che la stessa Provincia Autonoma, oggi apparentemente pronta a rilasciare la concessione, poco più di un anno fa ha sottoposto a tutela, accogliendo la modifica del piano paesaggistico del Comune di Campo Tures, su richiesta giunta dall’amministrazione comunale, per preservare l’integrità dell’ Aurino nel tratto tra il confine del Comune di Valle Aurina ed il cosiddetto «Schlosssteg», di particolare importanza paesaggistica, ecologica e ricreativa. «In tale tratto dell’Aurino – si legge nel piano modificato – è vietata la realizzazione di impianti idroelettrici».

Ma oggi al sopralluogo non ci saranno solo i tecnici della Provincia e i presentatori delle domande di derivazione. Contro il progetto, infatti, in tutta la vallata si è coagulato un forte movimento d’opinione che riunisce comuni cittadini, ambientalisti protagonisti di tante altre battaglie quali i rappresentanti del movimento Piattaforma Pro Pusteria e l’indomito albergatore della Val Badia Michil Costa, ma anche importanti imprenditori quali Bernhard Winkler. Che, partendo proprio dalla considerazione che il piano paesaggistico recentemente modificato vieta la costruzione di impianti idroelettrici in quel tratto della valle, motivano la loro opposizione al progetto anche con i timori che il torrente venga prosciugato, di frane e smottamenti nella zona nella quale verrebbe scavata la galleria con conseguente deprezzamento dei loro immobili, di danni irreversibili per il turismo e di problemi per la salute della cittadinanza legati alla costruzione di elettrodotti e centrali di produzione. Mediaticamente attivissimi anche grazie al sito web www.sos-ahr.org, hanno tappezzato la valle con i loro striscioni.

Ed oggi non mancheranno di far sentire la loro voce. «In Alto Adige dovremmo gestire il patrimonio con delicatezza, dare il buon esempio – dice Costa, famoso per le sue battaglie a difesa delle Dolomiti – abbiamo le risorse economiche per farlo. L’Aurino è da sempre fonte di ricchezza per gli abitanti e di tranquillità per i turisti: se lo roviniamo anche loro cercheranno mete più autentiche».

La Stampa.it, 29/12/2011