Riceviamo e pubblichiamo l’allarme lanciato da 91 mila soci del Cai Lombardia in merito al progetto di legge presentato in Regione per la “regolamentazione” (chiamiamola così…) dell’utilizzo delle motoslitte. Chiamiamola così perché, in base a quanto proposto dai consiglieri Parolini e Quadrini, alle motoslitte non verrebbe praticamente posto alcun limite. Sono i nostri vicini di casa, hanno bisogno anche della nostra attenzione e del nostro impegno a difesa di un ambiente che è anche il nostro.

michil costa

COMUNICATO STAMPA

Motoslitte in alta montagna per gioco – 91.000 Soci del CAI della Lombardia dicono NO

Le motoslitte nascono per i grandi spazi del nord. Usate per divertirsi in ambiti limitati come le nostre Alpi, ne stravolgono l’equilibrio.
L’ assenza di leggi ha incoraggiato molti centauri ad utilizzarle sulle montagne e nelle valli innevate attraverso un uso cosiddetto “sportivo”. Tale utilizzo causa considerevoli danni al territorio attraverso un rilevante inquinamento atmosferico ed acustico.

Il CAI, ha già sollecitato i Ministeri competenti per normare il settore. In questa vacatio legis non resta che affidarsi alle ordinanze locali e ad eventuali leggi regionali (vedi Regione Piemonte). In Lombardia è stato presentato il PDL 118/2011 dai consiglieri Parolini e Quadrini che si propone di regolamentare il tema. Il CAI lombardo ha accolto l’iniziativa con favore ma, di fronte agli specifici contenuti, si è reso subito conto delle forti criticità presenti e ne ha discusso con le sue 146 Sezioni, in assemblea a Vimercate nel novembre scorso. Il PDL 118 intende modificare la legge regionale del 2008 in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale. Impressiona a tal proposito l’assenza di qualunque accenno della tutela dell’ambiente montano, ed anzi, essendo prevista la circolazione anche sui “territori agro-silvo-pastorali innevati” i cingolati sarebbero liberi di muoversi in tutto il territorio montano. Tale previsione apre le porte a pericolose interferenze con i percorsi dello sci alpinismo, del fondo escursionistico e delle racchette da neve. Nello specifico la nostra proposta è che l’accesso dei mezzi debba essere limitato a poche e selezionate aree, alla cui scelta dovrebbero partecipare anche le associazioni, come il CAI, che hanno come finalità statutaria la tutela dell’ambiente montano. Le sezioni del CAI chiedono che i percorsi individuati siano scelti in bassa quota e localizzati solo ed esclusivamente in prossimità di territori antropizzati, come per esempio comprensori sciistici già esistenti. Il CAI è favorevole all’autorizzazione dell’uso delle motoslitte per gestori di impianti di risalita, per rifugisti, albergatori o proprietari di baite accessibili solo con tali veicoli, per il personale di soccorso e delle forze dell’ordine, anche fuori dai percorsi approvati. Non viene citato l’obbligo del ripristino dei luoghi oltre a garantire il risarcimento di danni al percorso, ma viene disposto l’uso di risorse pubbliche per finanziare i gestori privati. Aree d’alta montagna danneggiate e inquinate sarebbero da ripristinare a spese della collettività. La proposta delega il gestore dei percorsi, anche privato, di valutare il richiedente e di verificare la sussistenza dei requisiti previsti dalla norma, cosi come quello della reale necessità di fruizione del territorio montano. Il CAI ritiene che il rilascio dell’autorizzazione alla circolazione delle motoslitte debba invece essere appannaggio esclusivo dei Comuni. L’autorizzazione rilasciata all’utente non deve essere vaga ma va sancito l’obbligo di esposizione in modo visibile, e se a scopo ludico deve avere durata giornaliera ed il rilascio deve inoltre essere a titolo oneroso per tutti. Le sanzioni previste sono risibili e non hanno valore deterrente. Le Sezioni del CAI lombardo esprimono all’unanimità forti critiche al PDL 118, che risulta superficiale e sbilanciato in modo inaccettabile a favore degli utilizzatori “per gioco” delle motoslitte.

Antonio Paladini,

palanto43@alice.it
Lombardia, 24125 Bergamo (BG)