APPELLO pubblicato il 09/02/2012 su “Corriere della Sera” e “Il Fatto Quotidiano

“Le mie parole vogliono essere un grido che proviene dall’intera Siria e una gentile supplica a voi tutti.
Da undici mesi la terra che fu la culla della civiltà, vive uno dei momenti più bui della sua storia millenaria. La Siria è insanguinata, non c’è città che si sia potuta sottrarre dal seppellire giovani, anziani, donne e bambini.
Questa rivoluzione – differente per modalità e macabra repressione dalle altre – sta pagando nella città di Homs, il prezzo più alto in vite umane.
Hart Safsafi, Bab Sba, Bab Amr, sono alcuni dei quartieri di questa audace città, che hanno e continuano a versare il loro tributo di morte. In questi rioni la mia famiglia affonda le sue origini e i suoi ricordi, mentre oggi sfida giornalmente la morte.
Solo nell’ultima settimana oltre 500 persone hanno perso la vita, a causa dei continui bombardamenti che colpiscono le abitazioni. Questo massacro di esseri umani, non deve più essere tollerato dall’intera umanità. Non esistono e non possono esserci scusanti per queste azioni compiute dall’esercito del regime siriano, volte a piegare la città di Homs a causa della sua strenua e indomabile resistenza. Il popolo di Siria – alawiti, sunniti, sciiti, cristiani, tutto l’enorme puzzle di etnie e religioni – ha scelto di non accettare più il silenzio, perseguendo l’anelito di libertà comune alla natura umana.
Il compito affidato ai siriani all’estero e a qualsiasi persona, a prescindere dal colore della pelle, fede, nazionalità, è quello di testimoniare e conoscere ciò che accade in Siria. Nessuno deve stare in silenzio né osservare impassibile il perpetrarsi di questo dramma.
Invito tutti voi a cominciare un’opera di sensibilizzazione, volta a far conoscere ciò che accade in questo martoriato Paese. Parlate con i vostri vicini di casa, i vostri amici, scrivete, manifestate e imparate –dalla tragedia siriana – ad amare il prossimo, non scordatevelo.
La mia richiesta a voi tutti, è anche quella di mettere un fiocco nero intorno alle vostre borse, zaini, ovunque voi possiate. Questo semplice gesto permetterà a noi siriani, quando vi passeremo di fianco, di riconoscere chi ha scelto di non lasciar il popolo siriano da solo perché crede nel valore della libertà e della vita umana”.
Shady Hamadi