L’ottimo Marco Moretti, ideatore del sito www.ecoturismoreport.it con il quale ho già avuto modo di collaborare, ha postato un bellissimo articolo sulla World Heritage List dell’Unesco. “Patrimonio dell’umanità o marchio pubblicitario?” si chiede Moretti, sottolineando come spesso il riconoscimento dell’Unesco finisca appunto per costituire, per le località e i siti inseriti nella lista, più un’operazione di marketing territoriale che un’ulteriore garanzia di tutela a livello paesaggistico, architettonico e culturale. E’ quello che il sottoscritto e l’amico Mauro Corona hanno sostenuto in una splendida pagina del giornale “Alto Adige” firmata da Maurizio Di Giangiacomo. Moretti, forte della sua grande esperienza di reporter e fotoreporter in viaggio per il mondo per giornali e riviste nazionali, protagonista di un giornalismo forse d’altri tempi, fatto con le scarpe, pone l’accento sul fenomeno del “deterioramento culturale” che spesso ha fatto seguito all’inserimento delle località nella World Heritage List: l’esempio più clamoroso è quello della cancellazione dalla lista della Valle dell’Elba, nella Germania del Nord, in seguito alla costruzione di un ponte a 4 corsie.
La domanda che mi pongo è la seguente: con la febbre del mattone sempre più alta, nelle nostre valli, le Dolomiti non corrono lo stesso rischio? E
ancora: qual è stata, al di là dei sorrisoni e delle strette di mano agli assessori della giunta Durnwalder, la valutazione che l’inviato dell’Unesco ha fatto dello stato dei nostri siti? Che fine ha fatto la Fondazione Dolomiti Unesco? Voi ne avete più sentito parlare?
michil costa
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