di Gianfranco Comanducci

Fuori dai numeri e dagli acronimi, carbonato di calcio e magnesio. Una formula magica, chimica che diventa passione e trasforma le Dolomiti – il loro paesaggio e le loro memorie – in un palcoscenico di pietra unico al mondo, nel tempio dello sport alle sue altezze più pure ed essenziali.

Qualcuno ama definirle “La Scala dello sport”, perché è lassù – e in nessun altro posto al mondo – che sono andati in scena gli eroi, in sella alle loro due ruote e al loro istinto di fare della montagna una scorciatoia per il cielo.
Tutte le volte che le attraversi, le accorci o le allunghi con i tuoi “rapporti” ma anche con i tuoi pensieri, quelle montagne – immense, immobili, immutabili – ti fanno sentire un attore, offrendoti i loro fondali come abbraccio e le loro vette come volani. Sì, le Dolomiti sono dei volani che ti predispongono all’oltre, a ciò che saprai incrociare ed incontrare quando le avrai superate come l’esame più bello al quale offrirsi.
In quella corsa verso l’azzurro, in quella voglia di andare a cercarsi le nuvole per svettarci dentro, c’è tutto il senso della conquista d’una vita, dell’andare in fuga – non importa se in solitaria o no – verso il destino che manca ancora alla nostra strada.
Lassù, dove il “rosa” non è solo un riflesso di pietra, ma anche il colore della memoria, ognuno ha una chance in più, da giocarsi fino in fondo senza risparmiarsi : è un acconto di paradiso da incassare in silenzio, premio all’audacia e al sentimento, che solo due pedali sanno regalarti senza chiederti prezzo in cambio. Se non il sacrificio di una fatica semplice e vera da scambiare come pegno con la montagna, affinché possa tornare ad accoglierti tutte le volte che vorrai con l’abbraccio e l’emozione di sempre. Chimica dell’emozione e dei sentimenti.
In una formula, MgCaCO2.