Il gommone scivola placido sull’acqua. I bambini giocano sulla spiaggia. Una tartaruga si lascia osservare da una famiglia che ha scelto di trascorrere la notte in tenda lì vicino. Una notte speciale……..

barbecue, chitarra e tanta avventura. Un ragazzo abbandona per un attimo il suo i-pad scrutando l’orizzonte: diviso tra speranza e timore non vuole perdersi il salto di un delfino o la pinna di uno squalo. Il silenzio è rotto dal fischio acuto di un uccello esotico. Due innamorati tubano nell’acqua, tiepida e linda. Sulla sabbia non c’è una carta, tutto è pulito, sembra che qualcuno abbia appena passato la cera. Altri turisti guardano giù da uno zeppelin che s’è appena alzato in volo e si godono quella meraviglia: 26 gradi, umidità al 45%, in cielo tre o quattro nuvolette disegnano la cornice ideale di una vacanza tropicale. È tutto perfetto, o meglio, sarebbe tutto perfetto. Se non fosse finto. Sì, è tutto finto: ci troviamo in uno spazio definito, la sabbia distribuita lungo quei 600 metri è vera ma quella spiaggia non è mai esistita; ed è finto anche il mare, una grande piscina con il riciclo continuo dell’acqua; sono vere le emozioni del bungee jumping, quelle della partita di beach volley, ma è finto il cielo stellato, ricavato dallo sfondo di un capannone; è vera la carne alla griglia, ma la carbonella è elettrica; non ci sono scooter d’acqua né animali pericolosi. Siamo alle porte di Berlino, dove è diventato realtà il sogno di un imprenditore di Singapore. Il suo Truman show fa contenti centinaia di turisti. Ormai ne sorgono un po’ ovunque e chi li apre fa affari d’oro.
Un amico, di ritorno da Dubai, mi ha appena mostrato le foto della famosa, enorme palma artificiale, circondata dalla sabbia (trasportata lì appositamente) e da centinaia di casette, raggiungibile con un’autostrada a quattro corsie. Presto sarà la volta di nuovi arcipelaghi, ancora più grandi, per ora i turisti si devono “accontentare” dell’hotel Atlantis, con i grandi pesci in gabbia, il suono del mare (finto) in sottofondo ed una cascata di perle di vetro: il mondo delle favole da toccare con mano.
Un altro amico è appena tornato dalla Turchia. È stato in un albergo enorme, con migliaia di camere: hall di centinaia di metri quadrati, cinque ascensori, piscine, negozi, giochi, intrattenimenti, cocktail, concerti… Era quasi perfetto, mi ha detto, faceva solo troppo caldo. Ma ingegneri e ricercatori ci riusciranno, elimineranno artificialmente anche quello, Berlino docet.
Ricordo un mio viaggio di tanti anni fa in Messico. Ero andato a Cancun e avevo sbagliato tutto. Se cercavo un po’ di Messico, quello non era certamente il posto che faceva al caso mio. Così com’è inutile cercare l’India a Kerala e la Thailandia nei villaggi turistici: quella è cultura falsa per affari veri. Questa è la semplice verità, come direbbe Emerson. Non giudico chi si diletta a sciare in quell’hangar in Arabia Saudita. Ma quelle che per qualcuno sono deliziose destinazioni di svago e relax, per me sono orribili non-luoghi. Senza scomodare Sigmund Freud, vado a rileggere una delle mie poesie preferite, scritta da W. Blake: to see a world in a grain of sand, and a heaven in a wild flower. Vedere il mondo in un granello di sabbia, e il paradiso in un fiore selvatico. Tenere l’infinito nel palmo di una mano e l’eternità in un’ora. Come dire? William, salvaci tu.

michil costa

p.s. Toni forti anche dalla Val di Fassa. Claus Soraperra e Manuel Riz, hanno realizzato una geniale mostra dal titolo “Vaccanza”. Le vacche non ci sono più, ma l’odore acre di bestie, fieno e letame è rimasto. Con il “vaccapass” al collo si può ammirare la stalla, ora tappezzata da coloratissimi crani e corna di animali, disegni di vacche che sciano e mangiano spaghetti e altre immagini provocatorie, come il logo della Val di Fassa tramutato appunto nella scritta “Vaccanza”. Manuel Riz: “Siamo consci che oggi stiamo meglio dei nostri antenati ma non per questo possiamo permetterci il lusso di dimenticare da dove veniamo. Per questo pensiamo sia bene non esagerare. Una volta mungevamo le vacche, adesso mungiamo… i turisti”
Applaudo all’iniziativa dei due artisti: che la loro opera apra le menti. http://manuelriz.blogspot.it/