La bicicletta è soprattutto libertà. La libertà di sentire il profumo dei gigli martagone mentre si arranca verso la Cima Coppi; la libertà di pedalare assieme a migliaia di altri esseri umani che condividono il nostro stesso entusiasmo, che faticano come noi, in un mondo che spesso sembra non capire quella passione, quella fatica, la nostra bellezza. Uguali ma unici, come uno stormo di uccelli, guidati da una volontà comune: non c’ è un capo,ma i loro – e i nostri movimenti sono coordinati, esteticamente perfetti. In totale armonia. Partecipare alla Maratona significa pedalare senza l’assillo delle auto, liberi dal frastuono delle motociclette. Una libertà incondizionata, senza discussioni. La libertà di percepire la perfezione delle guglie dolomitiche, di sentire quello spettacolo naturale scatenare qualcosa d’ importante dentro di noi. La libertà è uno stato della mente, è essere in armonia con noi stessi, perché comporta innanzitutto l’essere completamente soli. Non isolati, né esclusi, né estromessi: abbattiamo i nostri muri, spogliamoci dei nostri pregiudizi, fuggiamo dalle ideologie. Concentriamoci sulla nostra intimità. Fermiamoci sul ciglio della nostra frenesia, guardiamo consapevolmente dentro noi stessi. Quando si pedala da soli sulle terribili rampe del passo Giau che non finisce mai, non si appartiene a niente e a nessuno. A nessuna cultura, a nessun continente: siamo cittadini dell’universo. La sensazione è quella dell’estraniazione: ci si sente candidi, autentici. Liberi. E questa armoniosa libertà è quella che spazza la mente dal dolore. E la libertà che mette in funzione la nostra «mentecuore». Ci è d’aiuto l’incomparabile bellezza delle Dolomiti, ma soprattutto è quella fatica a farsi compagna di viaggio. Una fatica condivisa con migliaia di diversamente uguali, ma vissuta intimamente, ad ognuno la sua. Conquistare la libertà non è un processo graduale, non si impara e non si insegna. La libertà non è una questione di tempo. La libertà arriverà in modo naturale, armonico. Ci porterà la felicità e l’incanto, quando saremo finalmente liberi dalle nostre schiavitù. La libertà è oltre, ed è la più completa forma di bellezza. E l’ effetto più profondo della bellezza è quello di ricomporre l’armonia. Evviva la Maratona dell’armonia.
Michil Costa
La Gazzetta dello Sport, 29 giugno 2013