L’ostentata invincibilità e il machismo cafone di Putin stanno diventando modelli, abitudini pericolosissime che si diffondono sempre più velocemente, favorite da un’apatia intellettuale che è il peggiore dei mali.
Cari ragazzi, avete la fortuna di essere idolatrati, andate a Sochi e fate sentire la vostra voce contro il regime russo, perché adesso in quel Paese, basta un bacio per non uscire vivi da quelle luride galere.
Certo, gli sportivi sudtirolesi avranno pure le loro buone ragioni per non intromettersi nella discriminazione degli omosessuali da parte del governo russo. Ma l’odio razziale nei confronti dei gay è un’offesa nei confronti di tutti gli esseri umani, offende l’amore ed il rispetto. Contro la nuova legge varata dal parlamento russo si sta levando un ampio coro di proteste, in cui ai Mondiali di atletica di Mosca, si sono uniti tanti importanti sportivi. E i nostri ragazzi in maglia azzurra, cosa ne dicono?
La legge vieta, per inciso, “la propaganda di relazioni sessuali non tradizionali davanti ai minori”. Il testo è molto “liquido” e lascia spazio soprattutto alla discriminazione del “diverso” (ma diverso perché, poi?). Lasciarsi andare ad un gesto d’affetto, in Russia, adesso può costare davvero caro. L’ostentata invincibilità e il machismo cafone di Putin stanno diventando modelli pericolosissimi, che si diffondono sempre più velocemente, in un clima di apatia intellettuale, il peggiore dei mali. Certo, protestare contro una strada in montagna, manifestare in favore dei diritti della natura, inneggiare alla democrazia diretta o al bene comune costa fatica e non ci si fanno mica tanti amici, anzi. Ma sono testimonianze che stimolano la riflessione, che aprono dibattiti, che spingono la gente ad usare il cervello. Quante volte, di fronte ad una provocazione, ci capita di sentire: “non ci avevo pensato”.
Tornando allo sport ed alla questione russa: i benpensanti mi risponderanno che lo sport deve rimanere sport. E il sottoscritto, da imprenditore turistico, dovrebbe limitarsi a fare lo jodl ai suoi ospiti, riempire i letti e del resto chissenefrega? La politica invece è bene comune, è dialogo tra le diverse anime della società. È armonia. E armonia significa stare bene nell’armonia dei contrasti. Rinunciare alle discussioni ed al confronto non aiuta la pacifica convivenza, anzi.
Io non mi arrendo al “tanto non possiamo cambiare nulla”. Certo che possiamo cambiare! Anzi, dobbiamo cambiare. Ognuno di noi ha una piccola grande responsabilità. Insieme, con il nostro semplice agire quotidiano, possiamo fare cose impensabili. A volte basterebbero poche parole di un “top player” per risvegliare la coscienza di milioni di persone sul razzismo o sulla discriminazione dei gay.
Questo sembra sfuggire a un nostro bravo biatleta. In occasione del sondaggio della Südtiroler Tageszeitung sulla questione russa, il campione dice di non essere molto interessato al tema, -sarà la giovane età- che agire apertamente contro la legge è sbagliato, ma che non avrebbe nulla in contrario, se qualche suo collega decidesse di fare qualche azione contro la normativa russa anti-gay. Ponzio Pilato docet. E a me cascano un po’ le braccia. Lo sport è scuola di vita, questi ragazzi fanno mille sacrifici per raggiungere traguardi, per arrivare alle Olimpiadi; ma benedetti ragazzi, prima che atleti siete esseri umani! Venite idolatrati da migliaia di fans, ogni vostro tweet viene letto e riletto, ogni vostra parola ascoltata e interiorizzata. Andate a Sochi e fate sentire la vostra voce contro il regime russo, perché in quel Paese ci sono milioni di persone che soffrono, lì la democrazia è ancora un’utopia, ci sono vostri coetanei che muoiono di stenti nelle fredde prigioni della Siberia, ragazzi come voi che soffrono la fame, bambini che a 12 anni hanno già un kalashnikov in mano. E adesso, basta un bacio per non uscirne vivi.
Cari sportivi sudtirolesi, avete fatto tanti sacrifici per andare a Sochi. Fatene uno in più: dite basta. O almeno provateci.