International Mountain Day – 11 dicembre 2013
“Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime”, disse Giovanni Paolo II.
Da qualche tempo non sento più la necessità di salire in cima ai monti, per sentirmi felice. Mi basta guardarli. Per ore li osservo e ogni volta scopro cose nuove. Una guglia che non avevo mai notato, un ripido canale, una parete che s’imbianca prima delle altre, quando cadono i primi fiocchi di neve. Nella montagna trovo protezione. Sono monumentali maestri che ci danno lo spunto per riflettere sulla caducità della vita. Montagne martoriate dalla Grande Guerra, monti e valli che abbiamo sfruttato, mercificato, violato. Montagne che ci hanno dato la ricchezza, il benessere. Bellezze naturali che ci hanno tolto dalla povertà.
L’11 dicembre 2013 è il giorno internazionale della montagna. Questo mio pensiero sia un invito a riflettere sulle zone montuose. Ci vive il 12% della popolazione del mondo, un miliardo di persone, e sono tra le più povere. Le sorti del pianeta sono legate a corda doppia con quelle della montagna, molto più di quanto immaginiamo. Le montagne sono degli straordinari serbatoi di acqua fresca. Le montagne occupano un quarto del pianeta, un quarto delle specie animali e vegetali vivono in montagna. E noi diciamo sì, di volerle difendere, le nostre montagne, ma l’asticella della difesa della natura l’alziamo solo fin dove va bene a noi, fin dove ci aggrada. I moderni sistemi giuridici considerano la natura una proprietà da sfruttare a piacimento, qualcosa che ci appartiene. Eppure i diritti della natura sono da sempre un caposaldo delle culture indigene di tutto il mondo! Pachamama, Madre Terra, non ci appartiene, non ha bisogno di noi per esistere. Viceversa, è lei che ci tiene in vita, ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Forse è giunta l’ora di restituirle il favore, di darle dei diritti?
Amo questi monti perché mi fanno sentire a casa. Ubi bene ibi patria, si diceva. La patria è lì dove ci si sente bene. E io qui mi sento bene. Le montagne proteggono me, proteggono voi, ma anche loro hanno bisogno di essere protette. Hanno bisogno di diritti, di essere rappresentate e difese. Vorrei indire un referendum per modificare la nostra Costituzione, per dotare la Natura dello status di persona giuridica, per darle dei diritti, per garantire un futuro ad ecosistemi delicatissimi, per assicurare la sopravvivenza al genere umano. Ci riusciremo, se ci crediamo, perché siamo uomini, esseri umani e a differenza degli altri esseri viventi, possiamo pensare e agire. È già successo in altre parti del mondo. In Ecuador ad esempio, la Natura ha dei diritti: nel 2011 il fiume Vilcabamba si è potuto costituire parte civile, per difendersi dalla cementificazione, ed ha vinto contro lo Stato. E allora proviamoci perché, come dice il Dalai Lama, “se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara”.
Michil Costa, ALTO ADIGE 11/12/2013