C’è chi ama le piste del Sellaronda anche se affollate e chi senza divertimento e svaghi continui, a volte ostentati, non riesce a stare. C’è chi si acconenta di un buon piatto tipico e chi semplicemente passeggia o si sazia del panorama. C’è chi ama i posti gremiti, chi, invece, ricerca paeselli sperduti per rifugiarsi in un ambiente familiare. C’è chi, ancora, preferisce il lusso esotico, magari abbandonando ipad e telefonino alla reception, chi si sfoga fisicamente e chi non vorrebbe fare altro che dormire. Sono i nostri turisti che, dopo tante ore di viaggio, raggiungono le Dolomiti.
Una delle aspirazioni del viaggiatore è vedere cose nuove e tutti noi, allo stesso tempo, cerchiamo nel viaggio un senso di profondità, un’intimità tutta nostra. Il viaggio ci permette di vedere le cose a distanza, di estraniarci dal nostro quotidiano: troppe volte e per troppo tempo ci troviamo davanti al monitor della vita per vederla realmente. Ecco perciò che indietreggiare può avere risultati benefici. Facendo un passo indietro possiamo vedere la realtà con più chiarezza e la nostra mente ne guadagna in lucidità, mettendo meglio a fuoco tutto quel che ci circonda.
In un’epoca in cui tutti i posti del mondo sono raggiungibili in poco tempo, con una quantità pressoché infinita d’informazioni a disposizione in pochi secondi, non c’è niente di più urgente che arretrare, osservare e osservarci; imparare a viaggiare anche stando fermi. Credo non serva assolutamente e necessariamente andare in vacanza per sentirsi vivi e pieni di speranza, riposati, ricaricati e in armonia con il mondo. Questa non è un’esortazione di un albergatore che invita a rimanere fermi; è un invito a ripensare il viaggio, prima ancora della vacanza: andare via di casa per trovare la vera casa, quella dentro di noi. Le parole di Flaubert calzano a pennello: viaggiò. Conobbe la malinconia dei piroscafi, i freddi risvegli sotto la tenda, la fantasmagoria dei paesaggi e delle rovine, l’amarezza delle simpatie interrotte. Tornò.
Tra pochi giorni, il 4 febbraio, ci sarà la luna piena. E nei giorni di plenilunio tutto quel che accade nel nostro corpo, nella mente e nello spirito si amplifica. E’ il momento buono per indirizzare con intenzione positiva la grande quantità di energia che abbiamo a disposizione, per riprendere in mano quello che a volte sembra esserci sfuggito. E’ il tempo perfetto per provare a cambiare le cose, concentrarci su un problema che ci affligge da tanto, ma anche il momento ideale per liberarci delle cose superflue: vestiti, arnesi e pensieri vari che hanno fatto il loro tempo. O provare a fare le cose consapevolmente. Ad esempio passeggiare, collegandosi con la terra, godere ad ogni passo, osservare dove mettiamo i piedi, liberare la mente da cose che in quel momento non devono assillarci. Stare un po’ con noi stessi. Chiedere, anzi pretendere da noi stessi, di volerci bene. Prestare attenzione alle nostre esigenze. Vedere la vita non come un recinto chiuso, ma uno spazio che si estende davanti a noi, un campo aperto nel quale intraprendere un vero viaggio; che sia un lariceto nei nostri boschi o a casa nostra, presi da mille impegni e preoccupazioni con la consapevolezza che le cose si possono cambiare. Prenderne coscienza e volerlo. Questo, credo, sia il vero lusso.
Dopo questo, spero che non tanti di voi pensino di non andare più da nessuna parte. Per noi sarebbe un bel guaio! Comunque sia, la vita è un dono, ogni giorno è un nuovo inizio e oggi è sicuramente il primo giorno di tutto il tempo che ci rimane da vivere. Con o senza neve, o con le piste affollate. In ogni caso, indietreggiare e fermarsi un po’. Con o senza luna piena. Penso ne valga la pena.
michil costa,
Eine Reise zum Mond. Oh… mein Mond.