Domani voterò i candidati che parlano d’amore tra gli esseri umani. Quelli che hanno a cuore il destino del pianeta, che ignorano minuscoli interessi di parte per affermare i diritti della Natura, magari citando Lovelock: “L’immenso e sofisticato ecosistema deve la sua origine e la sua esistenza alla logica dell’armonia relazionale”. Oppure Jack London e la legge della natura, dura e inflessibile, che accomuna esseri umani e animali: “Qual è il posto della minuscola vita dell’uomo nel libro mastro della vastità, là dove le stelle si spengono come candele e grandi soli ardono per un istante di eternità e poi scompaiono?” Voterò i candidati che parlano di solidarietà, che hanno il coraggio di dire le cose come stanno. Quelli che apprezzano il pensiero di Vito Mancuso e l’importanza di una nuova visione della natura. Ma anche quelli che ascoltano ancora Jimi Hendrix e seguono la sua roca voce che canta di armonia fra l’uomo e la terra. Voterò un rivoluzionario gentile. Non voterò invece chi insulta, alza la voce, sbraita, chi non rispetta l’Altro. Non voterò chi, in nome dello sviluppo, ferisce la terra, consuma l’acqua, inquina l’aria e deturpa il paesaggio. Non è vero che produzione fa rima con occupazione. Non voterò più chi permette la cementificazione folle e miope trincerandosi in parole vuote come crescita, senza mai essere cresciuto davvero. Lo sapete che in Italia il consumo di suolo dal secondo dopoguerra ad oggi continua a essere di 70 ettari al giorno? Non voterò per chi promuove lo Sblocca Italia, e chi parla di ecologia un tanto al chilo, senza nemmeno conoscere l’etimologia del termine. La radice è la stessa di economia, derivano entrambe dal greco oikos, casa, e anche l’obiettivo delle due discipline dovrebbe essere lo stesso. Non voterò chi non ha a cuore il benessere di nostra Madrepadre Terra e dei suoi abitanti, di tutti i suoi abitanti. Povera Terra, deturpata dalle mine, scheggiata dalle pallottole, e poi, poi usurpata, violentata, maltratta. La terra di tutti. L’unica che abbiamo. Domenica quindi voterò per chi è pronto a “riparare il mondo”, cogliendo finalmente l’invito di Alex Langer, rimboccandosi le maniche, agendo per il bene comune, per il bene di tutti, non per quello di pochi. Votare è un dovere civico. Ma cosa fare se non ci sono candidati che ci convincono del tutto o almeno in buona misura? Auguriamoci di prendere la giusta decisione.

michil costa

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