aung san su chiLa politica e i politici (politicanti?) di ogni parte del mondo oggi non godono certo di grande fortuna. Ho avuto l’ennesima conferma l’altro giorno in occasione del bel festival AltoAdige.Live, durante un incontro pubblico in compagnia di Joseph Zoderer e Mauro Corona. Corona sostiene che non vi é un solo politico al mondo degno di questo nome. Effettivamente, a parte qualche sporadico caso, il prestigio dei politici è pari quasi allo zero. Intellettuali, opinione pubblica diffusa ed elettori (non dimentichiamocelo) fanno a gara nel denunciare (denigrare) limiti e incapacità di questo e di quello, da nord a sud, da est a ovest. E allora eccoli i populisti, gli strilloni dell’egoismo, ad appropriarsi di pericolosi momenti di gloria. E la storia dovrebbe insegnarci qualcosa. Per citare un politico che ha fatto molto discutere, tale Mao Tse Tung, ‘molta confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente’. Potrebbe essere eccellente se cambiasse la rotta del fare politica contemporaneo. Se si guardassero i problemi del mondo in un’altra prospettiva che non sia solo quella finanziaria o dello sviluppo industriale a tutti costi, o quello di ingannare il prossimo illudendolo con false libertà. Il diesel gate di questi giorni è un brutto colpo per chi esportava un modello tutto tedesco di ‘fare’: industria, politica, comunità. Un colpo che fa male a tutti noi. Forse viviamo solo nell’illusione di essere liberi. Pensiamo di poterci rinnovare, evolvere e mutare continuamente. Ma nel farlo, creiamo dentro di noi delle costrizioni. Marx sosteneva che il lavoro portasse alienazione. Oggi, che lavoriamo continuamente grazie alle protesi digitali che ci circondano, anche il lavoro può portare alla depressione. E in questa depressione, c’è chi si isola, chi s’incupisce nel suo io sempre connesso.

E viene a mancare il movimento, di creare forza propulsiva, di agire insieme agli altri se non attraverso la merce degli “I like”. Perché il neoliberismo, -ne ha parlato Zoderer all’incontro- checché se ne dica, ha cancellato il concetto di dignità umana sostituendolo con un prezzo. E usa qualsiasi mezzo per mostrarcelo: il prezzo della nostra vita. Viviamo in un grande magazzino pieno di cose da consumare quotidianamente, voracemente, anche se siamo sazi. Riempiamo di cose il cielo e consumiamo tutte le risorse della terra. Siamo ingordi, voraci e anche un po’ stupidi. Ecco, perciò, che sono necessarie nuove forme di politica, che caso mai prendano esempio nei modi di chi la politica l’ha fatta bene. Contro tutte le guerre, inutili e dannose, è necessaria una politica pacifista nel solco di Tolstoj, Gandhi e Martin Luther King. Contro soprusi, violenze, e barbarie è necessaria una politica indomita, come ci ha insegnato Mandela. Contro una civiltà che sta deragliando per eccesso di velocità, ecco che torna utile la politica lenta, dolce e profonda di Langer. Per una politica locale e nello stesso di ampio respiro è possibile rifarsi a Hans Heiss, Florian Kronbichler e Paul Köllensperger ad esempio. Senza dimenticare che la politica deve diventare donna, sempre di più: ed ecco che il sorriso di Aung San Suu Kyi deve accompagnarci mattino e sera. Anche nei momenti più tragici. Immagino, in questo mondo usa e getta, una politica delicata, rispettosa, sobria. Una politica amica, non delle poltrone e degli interessi delle lobby, ma della natura, delle lunghe passeggiate, del tempo che scorre e non corre. Fatta di voci e non di lamentele. E’ troppo facile dire che tutto va male. E’ una conseguenza della sconfitta che stiamo subendo. Basta con gli estremismi della moderazione e l’ipocrisia perenne del compromesso: è ora di una politica giovane, fatta di noi e non di io.

Michil Costa, Alto Adige, 02/10/2015

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