Bruno, sei stato un grande atleta. Hai partecipato a tante gare, e tante ne hai vinte a fianco di Maria. Sembravi indistruttibile con quel fisico d’acciaio. Poi però arriva, ti colpisce con violenza, mica te l’aspetti, né tu, né quelli vicino a te. Arriva e non si sa più cosa dire, si rimane senza parole, anche tu, che mica le mandavi a dire, sempre diretto e chiaro, senza se e senza ma. Eppure è accaduto: tu non ci sei più. La morte arriva, e certo, non è una vittoria, ma pensando a te, ricordandoti qui e ora fra queste montagne, non è nemmeno una sconfitta. Perché tu hai vissuto bene e stai continuando a vivere, il tuo spirito è qui che volteggia. La morte del corpo è solo una tappa del viaggio, è come cambiare un treno in una stazione per raggiungerne un’altra. No, la morte non è un punto, è una virgola che danza fra le nuvole nel cielo. Mi piacevi Bruno. Ti ho sempre ammirato, lo sai? Tu, puro atleta della vita; bello, limpido, trasparente. Ti ricorderò sempre Bruno, sempre.

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