Michil, la sua attenzione allo sviluppo turistico va ben oltre i Passi dolomitici, ci può spiegare meglio?
Quando si parla di sviluppo turistico bisogna essere consapevoli del peso che hanno le parole. Se “sviluppo turistico” significa solamente monocultura turistica abbiamo a che fare con quello che io chiamo “il turismo porno-alpino”: una Disneyland di motociclette intorno al Sella che non ha niente a che fare con il benessere delle persone. Un benessere che non significa solo pecunia, ma ambiente, territorio e altri valori. Dipende tutto da noi, ognuno ha l’ospite che si merita. E ribadisco:noi non vogliamo clienti, ma ospiti. La differenza è sostanziale, perché il cliente normalmente viene, usa, abusa e va via…

Prima che iniziassimo l’intervista mi ha parlato di “casa comune”, un termine caro a Papa Francesco…
Esatto. Non dimentichiamo che economia deriva dal greco oikos nomos, l’amministrazione della casa comune… E meno male che c’è Papa Francesco! E’sicuramente il “politico” più illuminato del momento. Serve una visione globale, perché come dice il mio amico Massimo Cacciari “le tragedie non arrivano mai da sole, sono sempre globali…”.

Recentemente ha partecipato al “Festival delle Nuove Vie” a Courmayeur, con Brunello Cuccinelli, Oliviero Toscani, Luca Mercalli e altri “ecologisti”. Cosa accomuna le visioni di sviluppo lungo l’arco alpino?
Con loro abbiamo parlato dell’importanza di una “regione comune” che si estenda su tutte le Alpi, al di là dei confini amministrativi. Non si dovrebbe più parlare di Südtirol o di Valle d’Aosta, che da sole non possono avere appeal di marketing internazionale. Il cinese e l’australiano non sanno dov’è il Südtirol, dobbiamo promuovere le Alpi! Abbiamo dei problemi comuni, delle specificità comuni e delle idee di sviluppo che possono essere comuni. Significherebbe frenare gli eccessi intensivi del turismo in un solo luogo, ma allo stesso tempo ripopolare le montagne, offrire nuove opportunità di lavoro.

L’intera intervista di Andrea Gandiglio su Greenews.info: Ospitalità nella “casa comune” e diritti della natura.