Scriveva Alexander Langer nel suo “Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica” nel novembre del 1994:

“(..) Non bastano retorica e volontarismo dichiarato: se si vuole veramente costruire la compresenza tra diversi sullo stesso territorio, occorre sviluppare una complessa arte della convivenza. (…) Più abbiamo a che fare con gli altri, meglio ci comprenderemo. (…) Più rigida ed artificiosa diventa la definizione dell’appartenenza e la delimitazione contro altri, più pericolosamente vi è insita la vocazione al conflitto.” È necessario “reagire con la massima decisione ogni volta che si affacci il germe della violenza etnica, che – se tollerato – rischia di innescare spirali davvero devastanti e incontrollabili.”

Mi piacerebbe pensare ad una cultura dell’ospitalità in Alta Badia e in Südtirol, che abbia la volontà di andare oltre il puro turismo, verso un’ospitalità più ampia, più solidale.

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Manuel Riz, Caricatura dl’edma, La Usc di Ladins