Come creare un’azienda di successo? Partendo anzitutto dal benessere del collaboratore.
Amo, e faccio ciò che voglio!
il 23 e 24 ottobre sarò al Richmond HR Forum a Gubbio
Non un’unica regola alla quale saremmo condannati se non avessimo il libero arbitrio, ma una regola all’interno della quale ognuno in base a sensibilità e modi di agire dialoga con l’altro e con l’ambiente che lo circonda. Questo, per me, è l’amore. Come mi ha insegnato quel tipo un po’ matto che si faceva chiamare Yeshua ‘salvezza’. Ho deciso di amare. E di fare ciò che voglio.
Purtroppo il principio di Peter domina ancora nel nostro Paese e lo fa a ogni livello: “in ogni dinamica sociale un soggetto tende a salire fino a occupare il ruolo dove può esercitare il massimo della propria incompetenza”. Fiorire e dar frutti in qualsiasi terreno si sia piantati, questa invece è l’idea a cui dobbiamo lavorare e collaborare per realizzarla.
Un “happiness center” non aumenta la motivazione dei collaboratori. Non basta fare yoga a mezzogiorno per aumentare la “mindfulness”. Gli extra sono un investimento momentaneo, non a lungo termine. Se si vogliono legare i collaboratori bisogna fare in modo che il loro talento sia valorizzato nel lavoro, non al di fuori di esso.
I talenti vogliono essere felici nel loro lavoro. Al talento non interessa solo guadagnare più soldi o annoiarsi in 50 settimane di lavoro per poi poter spendere e spandere in due settimane di vacanza. Il lavoro è lo strumento necessario per una vita serena. La chiave della soddisfazione del collaboratore dipende dalla cultura del lavoro e dall’imprenditore stesso. Il posto di lavoro è diventato un posto per la “selbsverwirklichung”, la realizzazione del sé. Ecco perché preferisco avere delle conoscenze umane, piuttosto che essere un esperto del settore.
L’esempio pratico dell’Economia del Bene Comune, su come dare valore al collaboratore, per creare il benessere personale fondamentale per il successo di un’azienda.