kurzL’Austria va a destra. Tutto sembra che viri a destra. Lo Zeitgeist contemporaneo è questo e i partiti, in ogni dove, si posizionano di conseguenza. Anche i nostri della ‘stella alpina’ gioiscono. Ne vedremo delle belle, già alla frontiera con il Brennero. I poliziotti sono in posizione, il filo spinato è pronto, i cani abbaiano, le braccia sono tese e la nostra bella Europa che fa? Senza dimenticare che le bombe atomiche sono in aumento, così come il riscaldamento globale, e con il pianeta che ha la febbre siam qui a gioire di quest’autunno che sa di primavera e non ci rendiamo conto di cosa ci sta accadendo. Siamo rintronati nel nostro egoismo che ci impedisce di vedere la realtà fatta di siccità e alluvioni. In Austria le soluzioni al cambiamento climatico non saranno una priorità. E Achammer e compagnia bella contenti del giovane educato rampante Sebastian Kurz, che, individuando bene l’umore del popolo, porta al trionfo il suo partito facendo l’occhiolino all’ultradestra. Oramai chi si ricorda più di Bruno Kreisky che dichiarava che lo stato sociale austriaco era sostanzialmente completato. Con i suoi principi di solidarietà riuscì a rafforzare notevolmente lo stato sociale, e fu così che quel piccolo stato divenne un interlocutore rispettato e stimato a livello mondiale! Sono passati secoli.

Siamo aridi dentro e gonfi di nulla fuori. I verdi non esistono più, fortuna che c’è il Papa coraggioso che parla di ambiente e annuncia un sinodo in Amazzonia. Che Dio ce lo conservi a lungo. Parliamo solo di sicurezza, afflitti da un’insicurezza che non è generata dall’altro ma dai nostri privilegi che iniziano ad affievolirsi. Così scarichiamo sugli altri le nostre frustrazioni. Giochino vecchio come il mondo, che rasenta la paranoia. Già Freud, austriaco anomalo, parlava di capro espiatorio. “In ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere.” Questo è Primo Levi in ‘La tregua’. Cose tristi e ben note: sembra che la storia, quella con la esse maiuscola, sembra ci sia di ben poco aiuto. Non sappiamo trarre insegnamento e beneficio da ciò che abbiamo vissuto. E allora andiamo a destra. Un po’ come quando si cerca una toilette: la risposta è sempre: guardi è la in fondo a destra.

Michil Costa
dalla prima pagina dell’Alto Adige 18/10/2017

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