Luigi Casanova, Il Trentino del 01/06/2018

(…) Si è trattato di una decisone verticistica, che non ha rispettato nessuna promessa di coinvolgimento del mondo ambientalista, né a Bolzano, né a Trento. Una decisone che mortifica le legittime esigenze dei ciclisti, di quanti in montagna ci vanno per vivere sensazioni autentiche di naturalità, di quanti vi faticano con il camminare e l’arrampicare. Le Dolomiti vengono in tal modo riconsegnate ai gas di scarico, agli automobilisti, ai rumori diffusi dai motociclisti, alle interminabili code, ai parcheggi selvaggi. Una scelta al ribasso, una scelta che conferma la debolezza culturale di queste amministrazioni pubbliche e la assenza di incisività e azione della Fondazione Dolomiti UNESCO, ridotta sempre più ad agenzia turistica e a diffondere marketing. Per responsabilità piena degli amministratori dei 5 ambiti provinciali, non certo dei dipendenti. (…)

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