Cocciuto, burbero e provinciale, rifiutava le catene come un uomo intelligente che non vuole lasciarsi sottomettere, ma era al contempo attaccato alla sua terra come una pianta. Anche per questo, ha subito la durezza della mastodontica clava della SVP. Non lo sopportavano, e non me ne meraviglio: la sua competenza era di gran lunga superiore alla loro. Combattente, solidale, forte come una roccia, anzi, come il Gruppo del Sella. Per anni noi abitanti delle valli intorno al massiccio ne abbiamo seguito l’esempio. Chiedeva ai tedeschi ciò che i tedeschi pretendevano (e ancora pretendono) da Roma. Nel bene e nel male. L’ottimo e il peggio. Con i loro giochetti di partito sono riusciti a strappargli la rappresentanza della sua gente. E ancora oggi stanno bene attenti a non dare troppo spazio all’Union Generela di Ladins dles Dolomites, un focolaio che potrebbe tornare ad alimentare le “fiamme” della passione politica, facendo rinascere il partito. Quel partito, i Ladins, che con lui ha avuto grande popolarità e senza di lui è scomparso.
Ho avuto l’onore di essere stato, da presidente dell’Union Generela di Ladins dles Dolomites un suo successore. Di avermi ispirato e guidato gli sarò sempre grato. Carlo Willeit, Giulan. Gramarzé. Dietelpai. De gra.