Ciao Alex,
sono qui che aspetto il tuo ritorno e non sai quanto mi manchi. Mi manchi anche perché mi facevi tanto divertire. “Eh, non ho la gamba oggi…”, così rispondevi a chi ti avvicinava dopo l’impresa alla Maratona dles Dolomites: 138 chilometri e 4200 metri di dislivello superati con le tue formidabili braccia. Tutti attorno a te a festeggiarti, a strapparti un selfie e tu sempre pronto a distribuire sorrisi e buone parole. E quante volte ti ho visto parlare ai ragazzi, offrire il tuo esempio agli appassionati, dare forza anche a chi non ha delle disabilità, a chi magari non ha perso le gambe in un terribile incidente automobilistico, ma non avrà mai la tua forza di volontà, la tua carica psicologica, la tua fiducia in te stesso.
Ti ho sempre visto di buon umore Alex, ti ho sempre sentito dire che sei un uomo fortunato. Qualcuno forse se lo è dimenticato cosa ti accadde al Lausitzring il 15 settembre 2001; qualcuno forse non ricorda che la vettura di Alex Tagliani spezzò praticamente in due la tua Reynard Honda, che rischiasti subito di morire dissanguato. Ricevesti l’estrema unzione, coma farmacologico per quattro giorni, quindici operazioni, la vita appesa a un filo e una dozzina di angeli custodi a vibrarti vicino ea stupirsi della tua miracolosa forza. Ti rimettesti a correre. E a vincere in macchina.
Avevi trasformato il momento più difficile della tua vita in un’opportunità: un vero campione del mondo nella vita. Non è da te accettare di esserne escluso; la tua vita te la sei ripresa a piene mani, da protagonista assoluto, prima al volante e poi seduto sulla tua handbike. Una decina di titoli mondiali, quattro titoli paraolimpici, sempre lì, tra i migliori.
“Eh sì, Alex mi manchi, perché non sei solo un campione: tu sei un essere speciale, perché hai una relazione esclusiva con tutto quello che ti circonda, la natura innanzitutto.”
Mi manchi Alex. Subito dopo il tuo secondo, drammatico incidente a Pienza, ti portai un mazzo di fiori e ti scrissi una lettera. Cosa ti è successo quel maledetto 19 giugno 2020 in Toscana lo ricordano tutti: lo schianto contro il camion con la tua handbike, la corsa in ospedale, la tua nuova battaglia sospeso tra la vita e la morte. Ovviamente non avrai potuto leggere la mia lettera e non avrai potuto vedere i fiori, ma, sensibile come sei, sono sicuro che ne avrai avvertito la presenza e, metafisicamente, avrai ricevuto il messaggio che avevo affidato alle mie parole. L’ho sentito, sai, quel sorriso che mi hai mandato di risposta.
Eh sì, Alex mi manchi, perché non sei solo un campione: tu sei un essere speciale, perché hai una relazione esclusiva con tutto quello che ti circonda, la natura innanzitutto. Come una pianta che si rigenera dopo che le è stato tagliato un ramo, dopo il tuo primo grave incidente sei rinato, sei tornato in forma, hai ripreso a vincere e sei diventato un esempio per le persone nelle tue stesse condizioni ma anche per tutte le altre . Ricordo ancora il pellegrinaggio degli handbiker al Policlinico di Siena, le loro parole: ”Forza Zanardi, la vita ancora una volta ti ha messo alla prova, ma ne uscirai da campione” , “Alex, siamo tutti con te, forza eroe”, “ Forza Alex, lotta da campione”, e poi gli incitamenti di Pioli, Mihajlović , Federica Pellegrini, tutti a tifare per te.
Tu non ti sei arreso e stai ancora lottando. La tua tenacia mi commuove, ma al contempo mi sembra tutto così ingiusto. Perché tu Alex servi al mondo, hai una missione da condurre, sei un portatore di messaggi, il testimone ideale per il valore più prezioso, quello della vita. Il tuo entusiasmo contagioso ha dato fiducia a migliaia di persone e almeno altrettante hanno bisogno del tuo esempio per rialzarsi dopo le cadute e tornare a correre con una handbike o semplicemente nella vita di tutti i giorni. Devi tornare a spronare chi si è trovato nella tua situazione, a dare un’iniezione di fiducia a chi, più semplicemente, si sente solo, a chi teme di avere tutto il mondo contro e invece ha solo bisogno di una parola di conforto da parte di chi ha sofferto molto, molto più di lui.
Devi tornare in mezzo a noi Alex, perché tu sei meraviglia: un fascio di luce che abbaglia e che colpisce, fosse anche per un solo istante, chiunque abbia la fortuna d’incontrarti. Forza Alex, devi farcela anche stavolta. Ormai sei a casa con tua moglie Daniela e con chi ti ama. Potremmo progettare uno snowboard con il quale scegliere di scendere lungo le piste e sulla neve ti ci vedrei bene anche con gli sci da fondo. Sono stufo di aspettare Alex, ho voglia di abbracciarti, di sentirti parlare con quell’accento inconfondibile. Ho voglia di vederti rifare la Maratona dles Dolomites e pazienza se non avrai la gamba.
Ti aspetto Alex! Forza, torna prestissimo perché, nonostante tutto l’inquinamento, i cattivi e la bruttezza, questo mondo e questa vita hanno darti ancora molto. E tanto è ancora quello che tu puoi dare e che puoi ricevere: l’affetto, i sorrisi delle persone care e della tua Bologna, i tortellini, gli Archi, le Dolomiti, la musica di Tom Waits, e, per quel che vale, un mio bacio.
Il 2022 sarà un bell’anno e ora che so che ce la stai facendo, sarà bellissimo.