I terreni del Cunfin in Val Gardena sono gli ultimi rimasti in qualche modo intonsi dalla bulimia da consumo del suolo. Per questo più che mai dovrebbero essere i più tutelati e protetti.
Tuttavia, sappiamo bene come vanno le cose: alla devastazione ecologica non c’è limite.
E così l’assurda idea di farci passare una bella, nuova e fiammante cabinovia, con una capacità di 1600 persone l’ora prende sempre più corpo.
I comuni direttamente coinvolti, perché proprietari dei terreni, hanno creato un fantomatico gruppo di lavoro per inscenare un altrettanto fantomatico processo di condivisione a cui hanno partecipato anche i membri dell’azienda che tanto vuole questo impianto. Risultato? La proposta di un collegamento con impianto è passata con 8 voti su 7 all’interno del gruppo di lavoro.
È il comune di Castelrotto a spingere più di tutti per questa mostruosità. Una municipalità guidata da una sindaca autentico fantoccio delle lobby della SVP, animata dal dio denaro.
Insomma, una situazione davvero oscena e la domanda che ne viene è più che lecita: che cosa accadrà nel prossimo futuro? Avremo l’ennesimo mostro di cemento e acciaio a violentare la montagna?
La popolazione locale chiede almeno un referendum, che finora nessun comune interessato ha avuto il coraggio di avviare.
Il modo migliore per tutelare l’ambiente, quindi, passa per il continuo e imperterrito inquinamento e per la perforazione e distruzione di ogni metro cubo di territorio disponibile? Siamo davvero in buone
mani.
Poco conta se il Landeshauptmann Arno Kompatscher indichi che questo collegamento non serva affatto. Infatti, la controparte a favore dell’impianto non si espone pubblicamente, piuttosto si nasconde e gigioneggia tirando le fila verso il tanto ambito obiettivo. Si sa, gli affari sporchi si lavano in famiglia.
I più attivi nel cercare di salvaguardare questo ultimo lembo di terra ai piedi del Sassolungo, sono gli amici attivisti di Nosc Cunfin. Sostenerli, appoggiarli, aiutarli è la cosa migliore che possiamo fare oltre che un dovere morale.
E allora rimbocchiamoci le maniche, perché solo con la mobilitazione di tutti coloro che hanno ancora un briciolo di senno è possibile fermare l’ennesimo scempio al cospetto delle nostre amate (?) Dolomiti.
.m
Ringrazio moltissimo l’artista Elisabeth Frei per la gentile concessione della sua opera che potete ammirare in copertina