Pensieri in libertà. Il giorno in cui è morto il premio Nobel Dario Fo, Bob Dylan è stato insignito dello stesso premio. Che, con quella lungimiranza che lo ha sempre contraddistinto, non è mai andato a ritirare. Si tratta di artisti, come si sa, che cambiano il nostro rapporto con la parola intrecciandola con il suono, la voce, il corpo. Apprendo che uno dei più grandi scrittori americani se ne va lassù insieme al mio amato Frank Zappa. Lui sì che avrebbe meritato il Nobel, anzi no, visto la penosità del comitato che presiede il premio. Anzi, lo considero un segnale profetico: al grande Roth è stato risparmiato di insudiciarsi con quella robaccia. E molto probabilmente lo avrebbe rifiutato, come fece Jean Paul Sartre nel 1964.
Ricordo ancora quando lessi ‘Pastorale americana’, un libro che ha avuto la capacità e il merito di demolire il mio personale sogno americano. Un romanzo che sbriciola e disintegra il culto del fisico, le frivolezze insite nel perbenismo, la sacralità della famiglia unita, la religiosità che si fa ideologia, le forme del consumo più effimero. Grazie Philip per averci fatto divertire, riflettere, grazie per averci illuminato con la tua ironia e il tuo essere radicale fino in fondo, per averci raccontato l’America in modo esemplare. E adesso vai a trovare Frank, so che ve la spasserete.