In riassunto la domanda del caporedattore Luca neri su Cicloturismo mese di febbraio:
“…dovrebbero prevedere un sorteggio dove non esistono differenze numeriche (in termine di pettorali) tra italiani e stranieri e tra chi partecipa organizzando la trasferta della maratona da sé e chi invece prenota con formula pacchetto+hotel.
Queste correzioni potrebbero aprire la strada ad una procedura d iscrizione più rispettabile, più giusta, più onesta. Non vi pare? Inutile dire che saremo lieti di ospitare sulle pagine del prossimo cicloturismo il pensiero dell’amico organizzatore michil costa.”
Cari ospiti, amici ciclisti, caro Luca Neri,
Giulan, grazie tante per tutte le attenzioni riservateci; ringrazio Cicloturismo per darmi la possibilità di dar spazio ad alcune elucubrazioni.
Non sprechino il loro tempo nel leggermi coloro che credono di trovare delle risposte illuminanti ai tanti quesiti che ci sono stati posti. Di irritati ve ne sono fin troppi!
Vorrei iniziare da lontano, con un pensiero che da tanto fa parte del mio modus vivendi: “L’illusione fondamentale dell’ umanità consiste nel supporre che io sono qui e tu sei lì”. Provo a ricordami sempre di questo, in ogni momento della mia vita, perché non solo si ha una maggior consapevolezza della responsabilità, ma si vive anche meglio.
Questo discorso lo faccio anche da presidente della Maratona.
La Maratona è nata nel 1987 con lo scopo di fare una gara con quattro (156 per l’esattezza) amici. Il sottoscritto è stato eletto presidente dieci anni dopo. Noi, insieme al segretario generale Claudio Canins e tutto il Comitato, da subito abbiamo avuto un’idea un po’diversa della Maratona: una manifestazione che avesse, oltre alla valorizzazione delle Dolomiti anche come scopo un’interazione con tutti gli operatori turistici. Abbiamo così dato il via a un nuovo modo di agire, di pensare e di vedere le cose; volevamo promuovere un turismo più delicato, più leggero, meno aggressivo, più per viaggiatori dell’anima, fatto più di emozioni derivanti dal contatto con la Natura che di orgasmi artificiali. Abbiamo lavorato molto sulla comunicazione e siamo riusciti a chiudere i passi Dolomitici.
Caro e molto stimato caporedattore Luca Neri: chi ci dice che “aprire” la strada ad una diversa procedura d’iscrizione sia più rispettabile, giusta, più onesta? Rispettabile, giusta, onesta per chi? Dipende dall’osservatore.
Il successo della Maratona è anche dovuto a un integrazione di osservazione e inferenza con le varie organizzazioni, con le istituzioni, sì, anche con la carta stampata; un processo che su periodi lunghi non può essere visto diversamente.
È importante capire il pensiero della Maratona che non può essere ridotto a pura etica, -pur integrandone una componente- ma che aiuti a costruire, insieme, da credenti nel modus operandi o meno, le premesse per un futuro di successo in cui tutti ci si possa riconoscere.
Abbiamo delle nostre regole severe, condividibili o meno, ma si tratta di regole che vogliamo mantenere a costi di innescare polemiche, anche pesanti, di non facile comprensione e di difficile digestione. (il vincitore che non si presenta alla premiazione non ha diritto automatico di partecipazione, la squalifica per i “furbi” all’atto della richiesta di partecipazione e anche di quelli “intrufolati” alla partenza e così via).
Ascoltiamo, leggiamo, discutiamo nel nostro interno, e ci sono alcuni punti sui quali siamo irremovibili, tra i quali il numero chiuso e l’impossibilità di dar luogo a due maratone.
Vogliamo un regolamento perché vorremmo appunto meno esasperazione e più lievità. A voi giudicare se ci riusciamo o meno.
Il comune, le associazioni turistiche, la provincia ci appoggiano economicamente -oltre alla diretta televisiva abbiamo anche qualche spesa da sostenere- e ci aiutano organizzativamente, ma ci chiedono di contribuire allo sviluppo turistico che parte dalla comunicazione e finisce con il periodo di soggiorno. -le vendite dei pacchetti sono gestite da un’agenzia della valle-.
La partecipazione della metà di stranieri è una riconoscenza verso di essi che giungono da lontano ed è un modo per aumentare i pernottamenti, oltre a far conoscere le valli ladine oltreconfine.
Inoltre, può sembrare un dettaglio ma non lo è, gli stranieri tolgono un po’di competitività alla manifestazione.
Potrebbe diventare un problema se agissimo come una grande banca, se cioè la crescita della Maratona avesse come fine ultimo non il servizio al partecipante, alle valli ladine e alla Natura ma puntasse esclusivamente sulla crescita del capitale stesso senza curarsi delle conseguenze a livello globale -quindi non pianificando a lungo termine-.
Ecco, riassunta, in breve, quello che potrebbe essere la nostra Missione:
Gli abitanti delle valli ladine, il direttivo della Maratona e i suoi partecipanti con la loro interazione
rendono indimenticabile la Maratona stessa con il fine di creare, con un sorriso, con la comunicazione, la professionalità e soprattutto l’oggettiva bellezza della Natura un legame indivisibile tra le Dolomiti, il ciclista, l’osservatore e la Maratona.
Ben sapendo di non essere stato abbastanza esaustivo vi mando un abbraccio, caldo forte e sincero come un raggio di sole…dolomitico!
michil costa, Cicloturismo, marzo 2009