Dalla finestra del mio ufficio osservo il giovane cirmolo. Era il 2001 quando lo togliemmo dalla riva del fiume che minacciava di affogarlo e lo trapiantammo qui davanti. Me lo ricordo ancora: spuntava appena dal davanzale della finestra e io riuscivo ancora a vedere per intero l’elegante campanile tardo gotico della chiesetta dedicata a Caterina d’Egitto, santa protettrice di Corvara. Quel campanile ora lo intravvedo appena, sempre più nascosto dall’alberello. E tra qualche anno il simbolo del nostro paese sparirà alla mia vista, completamente celato dai rami sempre più folti del mio amico invasore. Arriveranno le prime pigne ed il sempreverde crescerà ancora. Piano piano comincerà a fare ombra e forse, un giorno, i raggi del sole non riusciranno più a portare questa splendida luce nel mio ufficio.

Percepiamo l’armonia quando c’è, quando viceversa questo equilibrio viene messo in pericolo ne sentiamo con più forza la mancanza. Lo scriveva anche Goethe: “Un cuore che cerca, sente che qualcosa gli manca; ma un cuore che ha perduto, sa di che cosa è stato privato”. Quel cirmolo davanti alla finestra del mio ufficio è cresciuto, ha cambiato la mia prospettiva, mi ha tolto anche un po’ di luce. Però è in armonia con se stesso e anche tra di noi c’è armonia, la sento. Non taglierò quell’albero perché, come diceva Goethe, se lo perdessi saprei di che cosa sarei stato privato.
Sarà la Maratona dedicata all’armonia, questa. Che sia armonia per chi è iscritto e che, con fatica e sacrifici si sta allenando. Ma che sia anche la Maratona per chi non ci sarà. Condividendo le gioie di chi pedalerà, vivendola come gioia compartecipe.
Non partecipare fisicamente alla Maratona, non sarà assenza di luce, ma solo vedere le cose in una prospettiva diversa. Una prospettiva fatta di armonia, se ci crediamo. Se lo vogliamo. Dipende da noi.

michil costa

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