Di questo primo Renzi non m’è piaciuto innanzitutto il ribaltine imposto al povero Letta. Non mi ha entusiasmato la lista  dei ministri, per non parlare di quella die loro vice e dei sottosegretari, con quattro indagati- che non significa colpevoli, certo, ma il Presidente avrebbe potuto scegliere qualcun altro – due “soldati” di Silvio Berlusconi alla Giustizia e quel Gentile che addirittura avrebbe impedito la pubblicazione del giornale che avrebbe riportato la notizia del figlio indagato. Verrebbe da dire che c’è andata bene con Bressa sottosegretario agli Affari Regionali, non fosse che la nomina del bravo politico veneto puzza un po’ di regalo alla SVP.
Ma questa è la politica, bellezza. Il Manuale Cencelli è sempre un best seller, tra i nostri politici, e lo ha dovuto consultare anche il Rottamatore Renzi, sostenuto da una maggioranza nella quale Scelta Civica e Nuovo Centrodestra sono al contempo marginali e imprescindibili. E il premier alla faccia di tanti elettori e tesserati PD – ha dovuto tenersi buona anche Forza Italia, con la quale intende varare le grandi riforme.
Ma quello davvero che non m’è piaciuto per niente, di questo primo Renzi, così diverso e così uguale ai suoi predecessori, è la scaletta delle prime settimane di governo. Il lavoro, certo. La pubblica amministrazione, sicuro. E poi la riforma elettorale e quella del titolo quinto della Costituzione, benissimo. E l’ambiente? Scusi signor Presidente, che posto occupa, nella lista delle sue priorità, l’emergenza ambientale, l’allarme sempre più forte che giunge dalla viscere della nostra Madre Terra sotto forma di frane, smottamenti, inondazioni?
Ci ha pensato, quando ha firmato gli stanziamenti per i territori oggetto degli ultimi eventi calamitosi? Ci ha pensato, quando ha scelto come ministro all’Ambiente il commercialista di Casini, Gianluca Galletti, Udc, già sottosegretario all’Istruzione? Sul suo blog sll’Huffington Post, Monica Frassoni ne scrive come di ennesimo esempio dell’eco-analfabetismo della politica italiana. Io, invece, sono un ottimista e non pongo mai limiti alla provvidenza. Spero che un giovane abile come Renzi, dopo un avvio difficile possa imprimere una vera svolta all’azione del governo, il Paese del resto ne ha davvero bisogno. alla stessa maniera, non escludo che Galletti possa prendere davvero a cuore la sorte dei nostri territori, delle montagne e delle spiagge, del laghi e dei fiumi, dei pascoli e delle campagne del Belpaese. Ma tanto a lui quanto a lei, signor Presidente, serve la consapevolezza dell’assoluta urgenza della riconversione ecologica della nostra economia e della nostra stessa vita comunitaria. Renzi va in bicicletta e per questo lo ammiro, ma una pedalata non basta. O meglio, basterebbe se, assieme a milioni di italiani, riportasse in sella la convinzione che quegli sforzi e quegli investimenti per la salvaguardia ambientale rappresentano posti di lavoro, il new deal che cerchiamo, nell’edilizia, nell’industria e soprattutto a livello turistico. Ed è per questo, caro Renzi, che l’ambiente meritava un posto nella scaletta delle sue prime settimane di governo. Presidente, è solo all’inizio, lo so, ma il tempo stringe: l’allarme che giunge dalle viscere della nostra Madre Terra continua a risuonare. Non lo sente?

ALTO ADIGE, giovedì 6 marzo 2014

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