Accade in Olanda. Siamo a un ‘salone del cibo biologico’. Un giornalista in veste di burlone escogita uno stupido scherzo ai danni dei visitatori. Fa assaggiare dei cibi provenienti da un fast food spacciandoli per prelibatezze ‘bio’ e nessuno si accorge della differenza. Facile prendere in giro le persone: quante cose si possono vendere a nostra insaputa? Poniamo di dover comprare un indumento, un pallone, un computer. C’è una bella differenza, anche se non lo sappiamo, se l’indumento, il pallone o il computer sono stati realizzati o meno nel rispetto delle corrette condizioni di lavoro. Se l’operaio, il tecnico o l’artigiano lavorano in ambienti degradati, sottopagati, senza alcun rispetto di regole basilari. Quello che il simpatico giornalista non sa, e che dovrebbe sapere, è che la differenza tra bio e non bio non è principalmente nel sapore, ma nella salubrità di ciò che si mangia. Ci sono cibi provenienti dall’industria più che gustosi, eccellenti e commestibili al cento per cento. Non hanno nulla di strano o di malvagio, ma semplicemente derivano da un processo produttivo in cui la chimica abbonda senza ritegno. Nei cibi biologici o provenienti da agricoltura biodinamica la chimica dannosa non c’è. Quindi non si tratta di sapore o di gusto, ma della qualità del cibo che si sta mangiando. Non possiamo essere più sani di quello che mangiamo! Spesso ci si lamenta che i cibi di provenienza biologica costino di più. Il motivo è presto detto ed è, per certi aspetti, paradossale. I raccolti sono meno fruttiferi e il produttore deve certificare ciò che produce. Per farlo deve pagare. Quindi chi inquina non paga e chi non inquina paga.
Il giornalista olandese dovrebbe fare meno il furbo e utilizzare meglio il suo tempo. Facendo ad esempio un’indagine su terreni agricoli e falde acquifere e cercando lì le differenze tra chi coltiva bio e/o in modo naturale e chi no. Probabilmente smetterebbe di prendersi beffa di chi cerca un’alternativa all’uso smodato di agenti chimici nei prodotti alimentari che, oltre a inquinare il nostro corpo, inquinano la nostra Casa Terra.
Michil Costa, Alto Adige, 30/10/2014