Ci sono uomini che sfregiano monumenti, distruggono cose, uccidono persone perché la loro bellezza è insopportabile. Essendo incapaci di bellezza, avendone paura, si vendicano usando violenza su chi invece di bellezza gode. A volte scomodano perfino il nome di Dio, come è accaduto qualche giorno fa in Iran, o usano la scusa del profitto per deturpare senza ritegno la natura.
Agostino sostiene che la bellezza scaturisce dall’incontro dell’interiorità di un essere e dello splendore del cosmo che, per lui, è il segno della gloria di Dio. E’ attraverso un simile incontro che si abbatte il confine fra interiore ed esteriore. Perché l’uomo si ostina a negare questo incontro così facile, naturale, spontaneo? Siamo così vigliacchi, che preferiamo chiudere gli occhi, o chiuderli al prossimo, piuttosto che aprirli verso il bello che è fuori di noi e quindi dentro di noi. Da dove nasce questa paura?
Sono rimasto molto colpito, addolorato per la triste e disumana sorte di Reyhaneh. In questi giorni d’autunno cerco di capire cosa mi sussurrano i larici infuocati, cosa sta farfugliando l’aria pungente, cosa raccontano le nuvole in transito. Mi parlano di bellezza. Come gli occhi di Reyhaneh, che splendevano di bellezza. Ci si può commuovere per la bellezza? E’ sbagliata la pena per una donna giovane e bella? Nel messaggio inviato alla madre in aprile quando pensava di essere impiccata scriveva: “Il primo giorno che nell’ufficio della polizia un agente anziano e non sposato mi ha picchiata per via delle mie unghie laccate, ho capito che la bellezza non è fatta per questi tempi. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei desideri, la bella calligrafia, la bellezza degli occhi e di uno sguardo, e persino la bellezza di una voce piacevole”. Reyhaneh non difende la bellezza personale, ma l’amore per la bellezza in sé. Che tanto terrorizza i suoi persecutori, devoti alla bruttezza. Come se la bellezza facesse torto al loro Dio. E’ vero che tutte le religioni hanno avuto la tentazione di mortificare la bellezza, nonostante essa sia ritenuta un frutto divino. Come è vero che la bellezza non è solo femminile, ma è quasi sempre maschile la voglia di coltivare e commettere bruttezza. Forse perché la bellezza è spesso sinonimo di piacere, un piacere che può mettere in soggezione e quindi va negato, represso, brutalizzato.
Penso a quanta violenza subiscono ancora oggi le donne da parte degli uomini. Mutilazioni genitali, lapidazioni, frustate, e poi colpi di coltello, di arma da fuoco, botte, caso mai all’interno delle case in cui tutto sembra normale. A ogni latitudine, da nord a sud, da est a ovest. Eh no cari larici, care rocce, care nuvole, cara Reyhaneh questo mondo non sembra fatto per il bello, nonostante sia così bello. E a quella nuvola che corre lassù affido alcuni versi di Alfred de Musset, che ti dedico con lo sguardo rivolto alle montagne:
Ma la bellezza è tutto. Platone stesso l’ha detto:
La bellezza, su questa terra, è la cosa suprema.
E’ per mostrarcela che ha fatto il giorno.
Nulla è bello se non il vero, dice un verso illustre;
Ma, senza tema d’eresia, io gli rispondo:
Nulla è vero se non il bello; nulla è vero senza bellezza.
Che la terra ti sia lieve, dolce e soave Reyhaneh.
Michil Costa