Ho da raccontarvi una storia favolosa. Una di quelle storie che fioriscono improvvisamente come un temporale d’estate. Dal sole alla pioggia in un batter di ciglia.

Magia

È il periodo nel quale Anni ed Ernesto vanno spesso a Montalcino e dintorni, hanno amici lì, a papà piace il vino buono; visitano Bagno Vignoni; hanno mille idee, la stagione a Corvara è corta, troppo corta: sognano di continuare la loro storia imprenditoriale in Toscana. E mentre un giovane Ernesto decide che mai e poi mai lascerà questi posti se non per brevi vacanze, Anni per molto tempo continuerà a pensare alle acque benedette della grande piscina termale di Bagno Vignoni. A volte preferiamo girare al largo da cose e persone sconosciute per timore, pudore, non conoscenza. O perché non ci sentiamo all’altezza, o perché gli anni passano. Altre volte nella storia accadono fatti che lì per lì sembra non abbiano particolare significato e invece a lungo andare si dimostrano come elementi decisivi, segni premonitori di qualcosa che verrà. E poi un bell’intreccio è fatto anche di analogie, affinità fra i protagonisti, casualità che si rispecchiano. Dicevamo Val d’Orcia: in uno dei lembi più belli d’Italia incontriamo un pezzo di storia che risale alla fine dell’Ottocento, ma che ha nell’anno di grazia 1956 il suo punto cardine preciso. È l’anno in cui l’albergo Posta Marcucci prende le attuali sembianze. Nello stesso anno, nel 1956, nasce qui a Corvara l’albergo che ben conoscete. Coincidenze? Sono troppe le affinità, innumerevoli i segnali: decidiamo di fare il grande passo. L’albergo Posta, fino a pochi mesi fa dei fratelli Marcucci, nipoti delle vecchie proprietarie, di quelle ragazze che Ernesto portava in montagna, di quelle zie che con amore e personalità crearono quell’atmosfera inequivocabile che piace tanto da nord a sud della penisola, con quel susseguirsi di mobili antichi, quadri belli, oggetti appoggiati con cura, lunghi drappi che disperdendosi nelle ampie sale donano un’aurea nobile alla casa d’ora in poi parlerà ladino. O meglio, un tosco-ladino, perché le radici rimarranno sempre toscane. Ed è così: andiamo in Toscana perché abbiamo voglia di imparare. Come un filo che non si spezza, a partire dall’aprile del 2017 ne prendiamo un capo per portarlo ancora un po’ più in là, senza nulla mutare, solo tramandare: con gioia, tatto, semplicità e rinnovato vigore.
Leggi tutta la storia: www.hotel-laperla.it